Inglobati come sono nel folklore popolare i kappa sono figure diffuse anche nei manga, nei giocattoli per bambini e nella letteratura. I racconti moderni li ritraggono molto meno mostruosi, mostrandoli più come personaggi carini da cartone animato.
Un'eccezione letteraria notevole è il racconto breve Kappa di Ryūnosuke Akutagawa, per quanto in quest'opera il kappa appaia più che altro come figura grottesca e con intenti satirici riguardo alla società moderna.
Sono apparsi in forma più sinistra come l'organizzazione di INKlings nel romanzo di Haruki Murakami La fine del mondo e il paese delle meraviglie.
I kappa sono stati l'ispirazione per le creature del film The Ring.
I kappa compaiono nella serie di libri di Harry Potter, ideata dalla scrittrice J. K. Rowling. In particolare, costituiscono argomento di studio del corso di "Difesa contro le Arti Oscure" nel terzo e nel quarto volume della serie, e trovano posto tra le creature magiche descritte nel libro di testo Gli animali fantastici: dove trovarli.
Nel film Tartarughe Ninja III, quando il guerriero giapponese proveniente dall'antico Giappone arriva nel presente al posto di April O'Neil, si spaventa scambiando Michelangelo per un kappa.
Uno dei Pokémon, il Lombre, è senza dubbio derivato dai kappa; mentre nella descrizione di un altro Pokémon, Golduck, si legge testualmente: "Questo Pokémon che abita nelle paludi non di rado è confuso con il mostro giapponese kappa".
Il personaggio Jaken dell'anime InuYasha è un kappa.
Memorabile l'apparizione dei kappa in una puntata dell'anime (e del manga) di Lamù (Urusei Yatsura), in cui Ataru Moroboshi trova un kappa "secco" tra i rami di un albero.
Nell'anime Dororon Enma-kun, e nel successivo remake Demon Prince Enma (inediti in Italia), Kapaeru è un kappa cacciatore di demoni, che agisce in compagnia dei protagonisti Enma e Yuki-hime.
Un kappa appare in una delle missioni del manga Gantz, segnalato come obiettivo da catturare. Non presenta caratteristiche rilevanti e afferma unicamente di essere deformato da qualche parte.
Nell'episodio 21 dell'anime Gintama, compare un kappa rappresentato come una tartaruga antropomorfa dotata di becco e con un piatto in testa. Il piatto contiene un liquido, simile ad acqua, che è la fonte di energia del kappa: se viene svuotato egli perde le forze.
Nel manga Nurarihyon no Mago uno dei personaggi è chiamato Kappa, e mantiene molte delle caratteristiche attribuite a queste creature, come le mani e i piedi palmati e una specie di guscio sulla testa.
Un kappa compare in un episodio dell'anime Sampei, tramite citazione e raffigurazione.
Nel film di animazione Un'estate con Coo il protagonista è un kappa che viene riportato in vita dopo 200 anni da un bambino nella moderna Tokyo.
Nella serie Touhou Project compare una timida kappa chiamata Nitori Kawashiro. Nei fanworks collegati alla serie viene mostrato che i kappa dispongono di una tecnologia molto avanzata.
Fonte: Wiki e web.
venerdì 26 agosto 2011
giovedì 25 agosto 2011
Kappa
Il kappa, chiamato anche Kawatarō ("ragazzo-di-fiume") o Kawako ("figlio-del-fiume"), è una creatura leggendaria giapponese, uno yokai, uno spirito del folklore e della mitologia giapponese che abita in laghi, fiumi e stagni.
Nello Shintoismo sono considerati uno dei tanti suijin ("dei-acquatici"). Una variante di kappa coperti di
peli sono chiamati Hyōsube.
I Kappa sono simili ai Nix o Nixie inglesi, ai Näkki della Scandinavia, ai Neck della Germania ed ai Kelpie scozzesi, e sono stati usati in tutte queste culture per spaventare i bambini nei confronti del pericolo di ciò che si nasconde nelle acque.
La maggior parte delle descrizioni dipinge i kappa come umanoidi delle dimensioni di bambini, sebbene i loro corpi siano più simili a quelli delle scimmie o a quelli delle rane piuttosto che a quelli degli esseri umani. Alcune descrizioni dicono che le loro facce sono gorillesche, mentre secondo altre hanno un viso con un becco simile a quello delle tartarughe. Generalmente i disegni mostrano i kappa con spessi gusci simili a quelli di una tartaruga e con la pelle scagliosa in colori nell'intervallo che va dal verde, al giallo o al blu.
I kappa abitano i laghi e i fiumi del Giappone e sono dotati di diverse caratteristiche che li aiutano in questo ambiente, come mani e piedi palmati. Si dice alle volte che puzzino di pesce e certamente sanno nuotare bene. L'espressione kappa no kawa nagare ("un kappa che si fa portar via dalla corrente") significa che anche gli esperti possono sbagliare.
La caratteristica principale del kappa è comunque la depressione piena d'acqua in cima alla testa. Questa cavità è circondata da ispidi e corti capelli, che hanno dato nome al taglio di capelli okappa atama. Il kappa deriva la sua forza incredibile da questo foro pieno d'acqua e chiunque ne affronti uno può sfruttare questa debolezza semplicemente facendo in modo che il kappa rovesci l'acqua dalla sua testa. Un metodo sicuro è di appellarsi al profondo senso di etichetta del kappa, dato che questo non può non ricambiare un profondo inchino, anche se questo significa rovesciare l'acqua dalla testa. Una volta vuotata la riserva d'acqua il kappa è seriamente indebolito e può anche morire. Altri racconti dicono che quest'acqua permette ai kappa di muoversi sulla terra ed una volta svuotata la creatura è immobilizzata. I bambini testardi sono incoraggiati a seguire il costume di inchinarsi con la scusa che è una difesa contro i kappa.
I kappa sono combinaguai maliziosi. I loro scherzi vanno dal relativamente innocente, come rumorose flatulenze o guardare sotto al kimono delle donne, fino ai più problematici, come rubare il raccolto, rapire bambini.
Infatti i piccoli bambini sono uno dei pasti preferiti dei kappa, sebbene siano anche disponibili a mangiare adulti. Si nutrono delle loro vittime inermi, succhiando fuori le interiora (o il sangue, il fegato o la "forza vitale", secondo la leggenda) attraverso l'ano ,succhiando il loro shirikodama, una mitica sfera che vi si troverebbe. Avvisi che mettono in guardia dai kappa appaiono sui corsi d'acqua di alcune città e villaggi giapponesi. Si dice che i kappa abbiano anche paura del fuoco e alcuni villaggi tengono festival di fuochi d'artificio ogni anno per spaventarli e tenerli lontani.
Un tempo si credeva che se si affrontava un kappa, c'era solo un modo per uscirne vivi: i kappa, per qualche ragione, sono ossessionate dall'etichetta, così se la persona avesse fatto un profondo inchino al kappa, l'avrebbe sicuramente ricambiato con un altro inchino, facendo versare l'acqua contenuta nella boccia a forma di foglia di ninfea sopra la loro testa. Se una persona fosse riuscita a ingannare il kappa e farlo inchinare, l'acqua tenuta nella boccia a forma di foglia di ninfea sarebbe fuoriuscita e il kappa sarebbe stato reso incapace di lasciare la posizione dell'inchino, fino a quando la boccia-foglia di ninfea fosse stata riempita di nuovo con l'acqua del fiume o dello stagno dove viveva. Se fosse stato un umano a riempirla, si credeva che il kappa l'avrebbe servito per l'eternità.
I kappa non sono comunque interamente antagonisti degli esseri umani. Sono curiosi della civilizzazione umana e possono comprendere e parlare il giapponese. Perciò a volte sfidano chi incontrano a batterli in test di abilità, come lo shogi (un gioco simile agli scacchi popolare in Giappone) o un incontro di sumo.] Possono anche stringere amicizia con esseri umani in cambio di doni e offerte, specialmente cetrioli, il solo cibo che i kappa apprezzino più dei bambini umani. Alle volte i genitori giapponesi scrivono i nomi dei loro bambini (o i loro propri nomi) su cetrioli e li lanciano nelle acque infestate di kappa per placare la creatura e permettere alla famiglia di fare il bagno. Esiste anche un tipo di sushi ripieno di cetriolo, chiamato appunto kappamaki.
Una volta stretta amicizia con il kappa, si dice che questo esegua diversi tipi di compiti per gli esseri umani, come aiutare i contadini ad irrigare i campi. Sono anche gran conoscitori della medicina e una leggenda afferma che hanno insegnato agli esseri umani come guarire le fratture. A causa di questi aspetti benevoli alcuni santuari shintoisti, detti jinja, sono dedicati all'adorazione di un kappa particolarmente benevolo.
I kappa possono anche essere truffati nell'aiutare le persone. Il loro profondo senso del decoro non permette loro, per esempio, di rompere un giuramento, quindi se si riesce ad obbligare un kappa a promettere aiuto, il kappa non ha alcuna scelta che di mantenere la parola data.
Ci sono diverse teorie sull'origine dei kappa nel mito giapponese. Una possibilità è che si siano sviluppati dall'antica pratica giapponese di far galleggiare i feti di bambini nati morti lungo i fiumi e torrenti.
Il nome "kappa" potrebbe essere derivato dal termine per la "veste" usata dai monaci portoghesi arrivati in Giappone nel XVI secolo; questi chiamavano il loro abito capa e l'aspetto dei monaci non è dissimile da quello di questi spiriti giapponesi, dal mantello sciolto, simile ad un guscio, alla tonsura dei capelli.
L'etimologia più antica del nome giapponese tuttavia fa pensare che in origine il termine significasse "creature o uomini dei corsi d'acqua" (è attestata infatti anche la versione kawappa).
Fonte: Wiki.
Nello Shintoismo sono considerati uno dei tanti suijin ("dei-acquatici"). Una variante di kappa coperti di
peli sono chiamati Hyōsube.
I Kappa sono simili ai Nix o Nixie inglesi, ai Näkki della Scandinavia, ai Neck della Germania ed ai Kelpie scozzesi, e sono stati usati in tutte queste culture per spaventare i bambini nei confronti del pericolo di ciò che si nasconde nelle acque.
La maggior parte delle descrizioni dipinge i kappa come umanoidi delle dimensioni di bambini, sebbene i loro corpi siano più simili a quelli delle scimmie o a quelli delle rane piuttosto che a quelli degli esseri umani. Alcune descrizioni dicono che le loro facce sono gorillesche, mentre secondo altre hanno un viso con un becco simile a quello delle tartarughe. Generalmente i disegni mostrano i kappa con spessi gusci simili a quelli di una tartaruga e con la pelle scagliosa in colori nell'intervallo che va dal verde, al giallo o al blu.
I kappa abitano i laghi e i fiumi del Giappone e sono dotati di diverse caratteristiche che li aiutano in questo ambiente, come mani e piedi palmati. Si dice alle volte che puzzino di pesce e certamente sanno nuotare bene. L'espressione kappa no kawa nagare ("un kappa che si fa portar via dalla corrente") significa che anche gli esperti possono sbagliare.
La caratteristica principale del kappa è comunque la depressione piena d'acqua in cima alla testa. Questa cavità è circondata da ispidi e corti capelli, che hanno dato nome al taglio di capelli okappa atama. Il kappa deriva la sua forza incredibile da questo foro pieno d'acqua e chiunque ne affronti uno può sfruttare questa debolezza semplicemente facendo in modo che il kappa rovesci l'acqua dalla sua testa. Un metodo sicuro è di appellarsi al profondo senso di etichetta del kappa, dato che questo non può non ricambiare un profondo inchino, anche se questo significa rovesciare l'acqua dalla testa. Una volta vuotata la riserva d'acqua il kappa è seriamente indebolito e può anche morire. Altri racconti dicono che quest'acqua permette ai kappa di muoversi sulla terra ed una volta svuotata la creatura è immobilizzata. I bambini testardi sono incoraggiati a seguire il costume di inchinarsi con la scusa che è una difesa contro i kappa.
I kappa sono combinaguai maliziosi. I loro scherzi vanno dal relativamente innocente, come rumorose flatulenze o guardare sotto al kimono delle donne, fino ai più problematici, come rubare il raccolto, rapire bambini.
Infatti i piccoli bambini sono uno dei pasti preferiti dei kappa, sebbene siano anche disponibili a mangiare adulti. Si nutrono delle loro vittime inermi, succhiando fuori le interiora (o il sangue, il fegato o la "forza vitale", secondo la leggenda) attraverso l'ano ,succhiando il loro shirikodama, una mitica sfera che vi si troverebbe. Avvisi che mettono in guardia dai kappa appaiono sui corsi d'acqua di alcune città e villaggi giapponesi. Si dice che i kappa abbiano anche paura del fuoco e alcuni villaggi tengono festival di fuochi d'artificio ogni anno per spaventarli e tenerli lontani.
Un tempo si credeva che se si affrontava un kappa, c'era solo un modo per uscirne vivi: i kappa, per qualche ragione, sono ossessionate dall'etichetta, così se la persona avesse fatto un profondo inchino al kappa, l'avrebbe sicuramente ricambiato con un altro inchino, facendo versare l'acqua contenuta nella boccia a forma di foglia di ninfea sopra la loro testa. Se una persona fosse riuscita a ingannare il kappa e farlo inchinare, l'acqua tenuta nella boccia a forma di foglia di ninfea sarebbe fuoriuscita e il kappa sarebbe stato reso incapace di lasciare la posizione dell'inchino, fino a quando la boccia-foglia di ninfea fosse stata riempita di nuovo con l'acqua del fiume o dello stagno dove viveva. Se fosse stato un umano a riempirla, si credeva che il kappa l'avrebbe servito per l'eternità.
I kappa non sono comunque interamente antagonisti degli esseri umani. Sono curiosi della civilizzazione umana e possono comprendere e parlare il giapponese. Perciò a volte sfidano chi incontrano a batterli in test di abilità, come lo shogi (un gioco simile agli scacchi popolare in Giappone) o un incontro di sumo.] Possono anche stringere amicizia con esseri umani in cambio di doni e offerte, specialmente cetrioli, il solo cibo che i kappa apprezzino più dei bambini umani. Alle volte i genitori giapponesi scrivono i nomi dei loro bambini (o i loro propri nomi) su cetrioli e li lanciano nelle acque infestate di kappa per placare la creatura e permettere alla famiglia di fare il bagno. Esiste anche un tipo di sushi ripieno di cetriolo, chiamato appunto kappamaki.
Una volta stretta amicizia con il kappa, si dice che questo esegua diversi tipi di compiti per gli esseri umani, come aiutare i contadini ad irrigare i campi. Sono anche gran conoscitori della medicina e una leggenda afferma che hanno insegnato agli esseri umani come guarire le fratture. A causa di questi aspetti benevoli alcuni santuari shintoisti, detti jinja, sono dedicati all'adorazione di un kappa particolarmente benevolo.
I kappa possono anche essere truffati nell'aiutare le persone. Il loro profondo senso del decoro non permette loro, per esempio, di rompere un giuramento, quindi se si riesce ad obbligare un kappa a promettere aiuto, il kappa non ha alcuna scelta che di mantenere la parola data.
Ci sono diverse teorie sull'origine dei kappa nel mito giapponese. Una possibilità è che si siano sviluppati dall'antica pratica giapponese di far galleggiare i feti di bambini nati morti lungo i fiumi e torrenti.
Il nome "kappa" potrebbe essere derivato dal termine per la "veste" usata dai monaci portoghesi arrivati in Giappone nel XVI secolo; questi chiamavano il loro abito capa e l'aspetto dei monaci non è dissimile da quello di questi spiriti giapponesi, dal mantello sciolto, simile ad un guscio, alla tonsura dei capelli.
L'etimologia più antica del nome giapponese tuttavia fa pensare che in origine il termine significasse "creature o uomini dei corsi d'acqua" (è attestata infatti anche la versione kawappa).
Fonte: Wiki.
mercoledì 24 agosto 2011
La leggenda ricorrente del re scimmia
Il personaggio di Son Goku, compare frequentemente, lo ritroviamo in diverse leggende, eccone alcuni esempi negli anime e nei manga.
Monkey (Gokū no Daibōken), letteralmente "Le grandi avventure di Gokū", è un anime giapponese di 39 episodi, scritto e prodotto nel 1967 da Osamu Tezuka con la sua casa di produzione indipendente, la Mushi Production, distribuito in Italia negli anni ottanta. La trama riprende in chiave parodistica e comica il famoso romanzo cinese Viaggio in Occidente (Saiyuki), tema già affrontato dall'autore nel 1952 con il manga Boku no Son Gokū ("Il mio Son Gokū"), e animato poi dalla Tōei Dōga in un film intitolato Saiyuki, in Italia rinominato Le tredici fatiche di Ercolino (1960).
In Giappone, dove il romanzo è studiato nelle scuole, i bambini spesso si lamentano che il personaggio di Son Gokū (Gokò), inizialmente forte e arrogante, diventa in seguito come uno studente volenteroso, e Tezuka per primo cercò di superare il problema, dando al personaggio i tratti di un ragazzino moderno, maleducato e dispettoso. Sebbene il cartone animato fosse destinato a un pubblico di bambini, il linguaggio fu giudicato troppo volgare dalle associazioni di genitori e insegnanti, infatti viene rappresentato il nome di satana e fu conseguentemente ritirato dopo qualche anno dalle emittenti TV [1]; questo ne ha probabilmente anche limitato l'esportazione, già difficile a causa del fatto che il romanzo all'epoca era pressoché sconosciuto al grande pubblico in Occidente.
Gokò è uno scimmiotto super forte che deve accompagnare un monaco buddista a recuperare alcuni testi sacri in India, accompagnato da un folletto di palude e da uno spirito suino, così Gokò, il reverendo Sanzo, il maiale Hakkai ed il kappa Sagoyo (qui trasformato in un avido cercatore di tesori munito di pala), nonché la fatina rosa Tatsuko, tutti pronti ad affrontare mostri e pericoli per portare a termine la loro difficile missione.
Gokò/Goku - La scimmia protagonista della storia, forte e dispettosa, ma isterica ed egoista: si veste con un kimono rosso e va sempre in giro con la sua amata lancia magica, per di più, ha anche una nuvola d'oro che lo fa volare. Si comporta come un maschiaccio ma è un po' infantile, e quando si mette in testa qualcosa, difficilmente molla.
Tansuko/Tatsuko - L'unico personaggio assente dal romanzo a cui il cartone animato è ispirato, si tratta di una fatina dall'aspetto di una ragazzina dai capelli rosa, è capace di trasformarsi in qualunque cosa e sembra che abbia un nonsoché per Gokò...
Reverendo/Sanso - Il monaco che guida il gruppo. Si veste con abiti d'oro e nonostante non sia completamente un reverendo (ma un prete) è capace di tradurre antiche formule e manoscritti. Siccome è molto debole e imbranato, è considerato una "femminuccia".
Hakkai - Un altro membro del gruppo, dall'aspetto di maiale. È molto goloso e spesso va in giro con un rastrello.
Sagoyo/Sagojo - (parodia del demone acquatico Sha Wujing) L'ultimo ad aggregarsi al gruppo, è un vecchio e scorbutico cercatore di tesori che scava ovunque con la sua pala (donatagli da Gokò). Fa di tutto pur di avere oggetti preziosi.
Saiyuki (Gensōmaden Saiyūki), conosciuto anche come Saiyūki, è un manga molto popolare di Kazuya Minekura da cui è stato tratto l'anime Saiyuki - La leggenda del demone dell'illusione.
Questo manga è una interpretazione della famosa leggenda dello scimmiotto di pietra Sun Wukong, narrata nel libro Viaggio in Occidente (in giapponese Saiyuki); in questo fumetto vi sono infatti un monaco Sanzo, che equivarebbe appunto al monaco della storia iniziale; Son Goku, la scimmia protagonista della storia; Sha Gojyo e Cho Hakkai, coloro che accompagnano i due nel loro viaggio e che prendono i ruoli dei due accompagnatori della leggenda originaria (un demone fluviale, dai giapponesi recepito come affine al kappa, ed un maiale). Uno dei kanji che la Minekura usa per scrivere Saiyuki è diverso da quello usato per Viaggio in Occidente), e, con un gioco di parole, potrebbe essere tradotto "La leggenda del demone dell'illusione" oppure "La scimmia è intelligente", o ancora "Cronache del Viaggio per Eccellenza".
La storia ruota tutta attorno al passato dei quattro personaggi, alla ricerca dei sutra (dei testi sacri che conservano l'origine del mondo) ed a questo viaggio verso ovest per fermare la resurrezione del potente re dei demoni sigillato 500 anni prima dagli dei: Gyumaoh.
È proprio per impedire questo evento che i quattro partono alla volta del castello di Houtou nel Tenjiku, che si trova ad ovest; in tutto il territorio però i demoni sono impazziti (un misterioso effetto collaterale causato dagli esperimenti di resurrezione tentati dai seguaci di Gyumaoh), diventando degli esseri sanguinari e senza scrupoli; così Sanzo, Hakkai, Goku e Gojyo cominciano a scontrarsi a poco a poco con demoni molto potenti tra cui spicca il principe Kougaiji, uno dei nemici principali dei quattro che è al servizio di Gyokumen koushu, colei che vuole fare resuscitare Gyumaoh. Kougaiji si sposta molto più velocemente dei protagonisti grazie all'utilizzo di grandi draghi volanti ed è affiancato da tre fedeli demoni: la sua esuberante sorella minore Lirin, una bella alchimista, Yaone, ed il fratello di Gojyo, Dokugakuji (a suo tempo Sha Jien).
L'anime segue fedelmente il manga fino al 7 volume, poi prende una piega diversa. Nel manga,infatti, i saiyuki boys si scontrano prima con Ginkaku e Kinkaku (due gemelli distinguibili solo per il colore dei capelli, come suggeriscono i loro nomi. Infatti Kin vuol dire Oro, mentre Gin vuol dire argento), e poi con Kamisama, subordinato di Nii-jieni (il dottore direttamente impegnato nella resurrezione di Gyoumaoh).
Nella serie animata, invece, fa la sua comparsa il principe Dio della guerra, Homura Taishi ('Fratello' di Nataku Taishi, il Dio che aveva sigillato Gyoumaoh), che cerca di servirsi di Son Goku per creare il Nuovo Mondo, privo di tabù.
Genjo Sanzo Hoshi
Son Goku
Sha Gojyo (Sha Wujing)
Cho Hakkai
Hakuryu
I quattro viaggiano in compagnia di un piccolo draghetto bianco, Hakuryu (haku = bianco, ryu = drago), Jeep nella versione cartacea, che altri non è che la reincarnazione di Goujin, Re dragone dei regni marini dell'ovest. È capace di trasformarsi in una jeep verde e trasportare tutti e quattro i protagonisti. È il fedele "animale domestico" di Hakkai e risponde principalmente a lui (solitamente si posa sulla sua spalla e lui sembra riuscire a capire gli squittii ed i versi del draghetto), anche se in varie occasioni aiuta anche gli altri protagonisti di sua iniziativa. È in grado di sputare fuoco, che può utilizzare per rafforzare le barriere di Ki di Hakkai.
Credo sia superfluo citare il ben noto Son Goku di Dragon Ball.
Science Fiction Saiyuki Starzinger è un anime di 73 episodi (64 nella prima serie più 9 nella seconda) basato su un manga di Reiji Matsumoto e prodotto dalla Toei Animation. È stato trasmesso in Giappone tra il 1978 ed il 1979. È una trasposizione in chiave fantascientifica del classico della letteratura cinese Viaggio in Occidente. La sigla italiana è cantata dai Superobots.
La storia ruota attorno alla Principessa della Luna, Aurora, e i suoi tre compagni cyborg: Coog, Hakka e Gorgo, che devono raggiungere il Grande Pianeta e ripristinare l'Energia Galattica, che si sta affievolendo a causa dell'anzianità della sua regina: in conseguenza di questo tutte le forme di vita di tutti i pianeti stanno diventando aggressive e sanguinarie, e la civiltà sta regredendo.
Il personaggio di spicco è:
Jan Coog
Originariamente un essere umano, ha trasformato il suo corpo in un cyborg per proteggere l'umanità, ma da allora gli sono sempre stati assegnati incarichi di poco conto e ha perciò sviluppato un'attitudine ribelle: per questo è stato imprigionato in una sfera di cristallo dalla dottoressa Kitty fino all'inizio dell'avventura, quando lo libera per servire la principessa Aurora. Viene indotto con un trucco a indossare una coroncina d'oro, che si rivela essere uno strumento attraverso il quale la principessa può controllarlo. La sua arma è un bastone allungabile, il Giavellotto Astrale, mentre il suo mezzo di trasporto è lo Star Crow. Nel romanzo è Sun Wukong, infatti il suo nome, traslitterato in altro modo, è Jan Kugo, che è l'anagramma di Goku, il nome giapponese del personaggio (Son Goku).
Merita una mezione il film, The Monkey King.
Seppur con caratteristiche e usi diversi gli elemeti comuni e gli oggetti del personaggio sono molti, consideriamo ad esempio, l'incredibile forza, il diadema e l'immancabile bastone capace di allungarsi.
Fonte: Wiki e web.
Monkey (Gokū no Daibōken), letteralmente "Le grandi avventure di Gokū", è un anime giapponese di 39 episodi, scritto e prodotto nel 1967 da Osamu Tezuka con la sua casa di produzione indipendente, la Mushi Production, distribuito in Italia negli anni ottanta. La trama riprende in chiave parodistica e comica il famoso romanzo cinese Viaggio in Occidente (Saiyuki), tema già affrontato dall'autore nel 1952 con il manga Boku no Son Gokū ("Il mio Son Gokū"), e animato poi dalla Tōei Dōga in un film intitolato Saiyuki, in Italia rinominato Le tredici fatiche di Ercolino (1960).
In Giappone, dove il romanzo è studiato nelle scuole, i bambini spesso si lamentano che il personaggio di Son Gokū (Gokò), inizialmente forte e arrogante, diventa in seguito come uno studente volenteroso, e Tezuka per primo cercò di superare il problema, dando al personaggio i tratti di un ragazzino moderno, maleducato e dispettoso. Sebbene il cartone animato fosse destinato a un pubblico di bambini, il linguaggio fu giudicato troppo volgare dalle associazioni di genitori e insegnanti, infatti viene rappresentato il nome di satana e fu conseguentemente ritirato dopo qualche anno dalle emittenti TV [1]; questo ne ha probabilmente anche limitato l'esportazione, già difficile a causa del fatto che il romanzo all'epoca era pressoché sconosciuto al grande pubblico in Occidente.
Gokò è uno scimmiotto super forte che deve accompagnare un monaco buddista a recuperare alcuni testi sacri in India, accompagnato da un folletto di palude e da uno spirito suino, così Gokò, il reverendo Sanzo, il maiale Hakkai ed il kappa Sagoyo (qui trasformato in un avido cercatore di tesori munito di pala), nonché la fatina rosa Tatsuko, tutti pronti ad affrontare mostri e pericoli per portare a termine la loro difficile missione.
Gokò/Goku - La scimmia protagonista della storia, forte e dispettosa, ma isterica ed egoista: si veste con un kimono rosso e va sempre in giro con la sua amata lancia magica, per di più, ha anche una nuvola d'oro che lo fa volare. Si comporta come un maschiaccio ma è un po' infantile, e quando si mette in testa qualcosa, difficilmente molla.
Tansuko/Tatsuko - L'unico personaggio assente dal romanzo a cui il cartone animato è ispirato, si tratta di una fatina dall'aspetto di una ragazzina dai capelli rosa, è capace di trasformarsi in qualunque cosa e sembra che abbia un nonsoché per Gokò...
Reverendo/Sanso - Il monaco che guida il gruppo. Si veste con abiti d'oro e nonostante non sia completamente un reverendo (ma un prete) è capace di tradurre antiche formule e manoscritti. Siccome è molto debole e imbranato, è considerato una "femminuccia".
Hakkai - Un altro membro del gruppo, dall'aspetto di maiale. È molto goloso e spesso va in giro con un rastrello.
Sagoyo/Sagojo - (parodia del demone acquatico Sha Wujing) L'ultimo ad aggregarsi al gruppo, è un vecchio e scorbutico cercatore di tesori che scava ovunque con la sua pala (donatagli da Gokò). Fa di tutto pur di avere oggetti preziosi.
Saiyuki (Gensōmaden Saiyūki), conosciuto anche come Saiyūki, è un manga molto popolare di Kazuya Minekura da cui è stato tratto l'anime Saiyuki - La leggenda del demone dell'illusione.
Questo manga è una interpretazione della famosa leggenda dello scimmiotto di pietra Sun Wukong, narrata nel libro Viaggio in Occidente (in giapponese Saiyuki); in questo fumetto vi sono infatti un monaco Sanzo, che equivarebbe appunto al monaco della storia iniziale; Son Goku, la scimmia protagonista della storia; Sha Gojyo e Cho Hakkai, coloro che accompagnano i due nel loro viaggio e che prendono i ruoli dei due accompagnatori della leggenda originaria (un demone fluviale, dai giapponesi recepito come affine al kappa, ed un maiale). Uno dei kanji che la Minekura usa per scrivere Saiyuki è diverso da quello usato per Viaggio in Occidente), e, con un gioco di parole, potrebbe essere tradotto "La leggenda del demone dell'illusione" oppure "La scimmia è intelligente", o ancora "Cronache del Viaggio per Eccellenza".
La storia ruota tutta attorno al passato dei quattro personaggi, alla ricerca dei sutra (dei testi sacri che conservano l'origine del mondo) ed a questo viaggio verso ovest per fermare la resurrezione del potente re dei demoni sigillato 500 anni prima dagli dei: Gyumaoh.
È proprio per impedire questo evento che i quattro partono alla volta del castello di Houtou nel Tenjiku, che si trova ad ovest; in tutto il territorio però i demoni sono impazziti (un misterioso effetto collaterale causato dagli esperimenti di resurrezione tentati dai seguaci di Gyumaoh), diventando degli esseri sanguinari e senza scrupoli; così Sanzo, Hakkai, Goku e Gojyo cominciano a scontrarsi a poco a poco con demoni molto potenti tra cui spicca il principe Kougaiji, uno dei nemici principali dei quattro che è al servizio di Gyokumen koushu, colei che vuole fare resuscitare Gyumaoh. Kougaiji si sposta molto più velocemente dei protagonisti grazie all'utilizzo di grandi draghi volanti ed è affiancato da tre fedeli demoni: la sua esuberante sorella minore Lirin, una bella alchimista, Yaone, ed il fratello di Gojyo, Dokugakuji (a suo tempo Sha Jien).
L'anime segue fedelmente il manga fino al 7 volume, poi prende una piega diversa. Nel manga,infatti, i saiyuki boys si scontrano prima con Ginkaku e Kinkaku (due gemelli distinguibili solo per il colore dei capelli, come suggeriscono i loro nomi. Infatti Kin vuol dire Oro, mentre Gin vuol dire argento), e poi con Kamisama, subordinato di Nii-jieni (il dottore direttamente impegnato nella resurrezione di Gyoumaoh).
Nella serie animata, invece, fa la sua comparsa il principe Dio della guerra, Homura Taishi ('Fratello' di Nataku Taishi, il Dio che aveva sigillato Gyoumaoh), che cerca di servirsi di Son Goku per creare il Nuovo Mondo, privo di tabù.
Genjo Sanzo Hoshi
- Reincarnazione di: Konzen Douji;
- Età: 23 anni;
- Altezza: 177 cm;
- Peso: 64 kg;
- Compleanno: 29 novembre;
- Segno zodiacale: sagittario;
- Gruppo sanguigno: A;
- Armi: Shoreijyu (pistola con proiettili ricavati da un cristallo molto particolare in grado di uccidere i demoni), sutra del cielo demoniaco, harisen (ventaglio usato per picchiare Goku);
- Occhi: viola;
- Capelli: biondi;
- Frasi predilette: Uruse/Urusai! (Silenzio!); Baka! (Stupido!); Omae wo Korosu! (Ti uccido!).
Son Goku
- Reincarnazione di: Seiten Taisei (Il grande santo dai poteri uguali al cielo);
- Età: 18 anni;
- Altezza: 162 cm;
- Peso:51 kg;
- Compleanno:05 aprile;
- Segno Zodiacale: ariete;
- Gruppo sanguigno: 0;
- Armi: Nyoibo (bastone allungabile che può essere diviso nei Sansetsukon);
- Occhi: dorati (tipici degli esseri eretici, come il dio della guerra che compare solo nell'anime);
- Capelli: castani;
- Frasi predilette: Ero kappa (pervertito di un kappa[riferito a Sha Gojyo,altro protagonista]), Harahetta (ho fame!).
Sha Gojyo (Sha Wujing)
- Reincarnazione di: Kenren Taishou, Generale di Divisione dell'Esercito Celeste dell'Ovest;
- Età: 22 anni;
- Altezza: 184 cm;
- Peso: 75 kg;
- Compleanno: 9 novembre;
- Segno Zodiacale: Scorpione;
- Gruppo sanguigno: B;
- Armi: Shakujyo;
- Occhi: rossi;
- Capelli: rossi;
- Frasi predilette: Baka Saru (stupida scimmia [Riferito a Son Goku]).
Cho Hakkai
- Reincarnazione di: Tenpou Gensui, Generale di Corpo d'Armata dell'Esercito Celeste dell'Ovest;
- Età: 22 anni;
- Altezza: 181 cm;
- Peso: 69 kg;
- Compleanno: 21 settembre;
- Segno Zodiacale: Vergine;
- Gruppo sanguigno: AB;
- Armi: Ki e arti marziali;
- Occhi: verdi;
- Capelli: castani;
- Frasi predilette: Yare yare desu ne (oh,caro!);
Hakuryu
I quattro viaggiano in compagnia di un piccolo draghetto bianco, Hakuryu (haku = bianco, ryu = drago), Jeep nella versione cartacea, che altri non è che la reincarnazione di Goujin, Re dragone dei regni marini dell'ovest. È capace di trasformarsi in una jeep verde e trasportare tutti e quattro i protagonisti. È il fedele "animale domestico" di Hakkai e risponde principalmente a lui (solitamente si posa sulla sua spalla e lui sembra riuscire a capire gli squittii ed i versi del draghetto), anche se in varie occasioni aiuta anche gli altri protagonisti di sua iniziativa. È in grado di sputare fuoco, che può utilizzare per rafforzare le barriere di Ki di Hakkai.
Credo sia superfluo citare il ben noto Son Goku di Dragon Ball.
Science Fiction Saiyuki Starzinger è un anime di 73 episodi (64 nella prima serie più 9 nella seconda) basato su un manga di Reiji Matsumoto e prodotto dalla Toei Animation. È stato trasmesso in Giappone tra il 1978 ed il 1979. È una trasposizione in chiave fantascientifica del classico della letteratura cinese Viaggio in Occidente. La sigla italiana è cantata dai Superobots.
La storia ruota attorno alla Principessa della Luna, Aurora, e i suoi tre compagni cyborg: Coog, Hakka e Gorgo, che devono raggiungere il Grande Pianeta e ripristinare l'Energia Galattica, che si sta affievolendo a causa dell'anzianità della sua regina: in conseguenza di questo tutte le forme di vita di tutti i pianeti stanno diventando aggressive e sanguinarie, e la civiltà sta regredendo.
Il personaggio di spicco è:
Jan Coog
Originariamente un essere umano, ha trasformato il suo corpo in un cyborg per proteggere l'umanità, ma da allora gli sono sempre stati assegnati incarichi di poco conto e ha perciò sviluppato un'attitudine ribelle: per questo è stato imprigionato in una sfera di cristallo dalla dottoressa Kitty fino all'inizio dell'avventura, quando lo libera per servire la principessa Aurora. Viene indotto con un trucco a indossare una coroncina d'oro, che si rivela essere uno strumento attraverso il quale la principessa può controllarlo. La sua arma è un bastone allungabile, il Giavellotto Astrale, mentre il suo mezzo di trasporto è lo Star Crow. Nel romanzo è Sun Wukong, infatti il suo nome, traslitterato in altro modo, è Jan Kugo, che è l'anagramma di Goku, il nome giapponese del personaggio (Son Goku).
Seppur con caratteristiche e usi diversi gli elemeti comuni e gli oggetti del personaggio sono molti, consideriamo ad esempio, l'incredibile forza, il diadema e l'immancabile bastone capace di allungarsi.
Fonte: Wiki e web.
martedì 23 agosto 2011
Tanuki nella cultura
Nel manga/anime Shaman King, un tanuki di nome Ponchi è lo spettro di Tamao Tamamura.
Nel manga/anime Inuyasha, un tanuki di nome Hachiemon talvolta aiuta i protagonisti trasportandoli: poggiando una foglia sulla testa diventa una creatura gigante di forma vagamente oblunga.
Nel manga/anime Naruto, il tanuki Reliquia della sabbia è uno dei cercoteri (i nove demoni potentissimi contesi dai villaggi ninja), precisamente quello con una coda, imprigionato in Gaara.
Nel film di animazione Heisei tanuki gassen Ponpoko, i protagonisti sono dei tanuki che cercano di salvare la loro montagna dagli uomini che vogliono costruirvi una zona residenziale.
Nell'anime Dragon Ball GT, Goku ad un certo punto della trama cade nello spazio gioco di Suguru, uno strano essere mutaforma le cui vere sembianze sono molto simili a quelle di un Tanuki.
Nell'anime Lulù l'angelo tra i fiori, l'antagonista Yaboki è un tanuki: è di aspetto simile a un procione ed è in grado di cambiare forma.
Nel manga/anime Ga-Rei, uno dei protagonisti diventa, contro la sua volontà, padrone di un tanuki capace di trasformarsi in un muro.
Nel manga/anime One Piece, uno dei protagonisti, TonyTony Chopper, viene spesso scambiato per un tanuki.
Nel manga/anime Ranma, il tanuki compare spesso come oggetto da scagliare all'avversario durante una lotta. In particolare, nella puntata dal titolo italiano "Kuno o Marianne?", uno dei nemici di Ranma Saotome rimarrà bloccato in una statua di tanuki, restando al suo interno per l'intero episodio.
Fonte: Wiki.
Nel manga/anime Inuyasha, un tanuki di nome Hachiemon talvolta aiuta i protagonisti trasportandoli: poggiando una foglia sulla testa diventa una creatura gigante di forma vagamente oblunga.
Nel manga/anime Naruto, il tanuki Reliquia della sabbia è uno dei cercoteri (i nove demoni potentissimi contesi dai villaggi ninja), precisamente quello con una coda, imprigionato in Gaara.
Nel film di animazione Heisei tanuki gassen Ponpoko, i protagonisti sono dei tanuki che cercano di salvare la loro montagna dagli uomini che vogliono costruirvi una zona residenziale.
Nell'anime Dragon Ball GT, Goku ad un certo punto della trama cade nello spazio gioco di Suguru, uno strano essere mutaforma le cui vere sembianze sono molto simili a quelle di un Tanuki.
Nell'anime Lulù l'angelo tra i fiori, l'antagonista Yaboki è un tanuki: è di aspetto simile a un procione ed è in grado di cambiare forma.
Nel manga/anime Ga-Rei, uno dei protagonisti diventa, contro la sua volontà, padrone di un tanuki capace di trasformarsi in un muro.
Nel manga/anime One Piece, uno dei protagonisti, TonyTony Chopper, viene spesso scambiato per un tanuki.
Nel manga/anime Ranma, il tanuki compare spesso come oggetto da scagliare all'avversario durante una lotta. In particolare, nella puntata dal titolo italiano "Kuno o Marianne?", uno dei nemici di Ranma Saotome rimarrà bloccato in una statua di tanuki, restando al suo interno per l'intero episodio.
Fonte: Wiki.
Tanuki
Il Tanuki è una creatura del folklore giapponese, basata sul cane procione (Nyctereutes procyonoides); quest'ultimo è un animale originario dell'Estremo Oriente, simile al tasso e al procione, ma a differenza di questi appartiene alla famiglia dei canidi. I cani procione che si trovano in Giappone sono divisi in due sottospecie, N. p. viverrinus, il cane procione giapponese più comune, e N. p. albus, la varietà bianca che vive in Hokkaidō.
L'attuale divertente immagine del tanuki si è probabilmente sviluppata durante l'epoca Kamakura.
I tanuki sono inoltre generalmente rappresentati con una pancia molto grande; talvolta usano anche questa come tamburo, specialmente nei disegni dei bambini.
Durante le epoche Kamakura e Muromachi, alcune storie cominciarono a parlare di tanuki più sinistri; la storia di Kachi-kachi Yama, compresa nell'Otogizōshi, parla di un tanuki che picchia a morte una vecchia e la serve a tavola al marito inconsapevole come "zuppa di vecchia". Altre storie parlano di tanuki come indifesi e produttivi membri della società. Diversi templi hanno storie di sacerdoti che erano in realtà tanuki travestiti. Secondo alcune tradizioni i tanuki sono incarnazioni degli oggetti usati per più di cento anni.
Una popolare storia conosciuta come Bunbuku chagama narra invece di un tanuki che inganna un monaco trasformandosi in una teiera. Un'altra parla di un tanuki che inganna un cacciatore camuffando le sue braccia come ramoscelli, finché non allarga entrambe le braccia insieme e cade dall'albero. Si dice che i tanuki ingannino i mercanti con foglie camuffate da banconote. Alcune storie raccontano che le foglie facciano parte integrante del modo in cui il tanuki cambia aspetto.
In metallurgia, spesso si usava pelle di tanuki per raffinare l'oro. Di conseguenza, si cominciò ad associare i tanuki alle miniere e alla lavorazione dei metalli, e li si vendeva come decorazione e portafortuna per la prosperità.
Oggi statue di tanuki si possono trovare davanti a molti templi e ristoranti giapponesi; in queste spesso indossa un grande cappello a forma di cono e porta una bottiglia di sake. Le statue di tanuki hanno sempre una grande pancia, mentre sculture moderne possono anche non avere i grandi testicoli: questi attributi esagerati sono simbolo di abbondanza e prosperità.
Fonte: Wiki.
L'attuale divertente immagine del tanuki si è probabilmente sviluppata durante l'epoca Kamakura.
I tanuki sono inoltre generalmente rappresentati con una pancia molto grande; talvolta usano anche questa come tamburo, specialmente nei disegni dei bambini.
Durante le epoche Kamakura e Muromachi, alcune storie cominciarono a parlare di tanuki più sinistri; la storia di Kachi-kachi Yama, compresa nell'Otogizōshi, parla di un tanuki che picchia a morte una vecchia e la serve a tavola al marito inconsapevole come "zuppa di vecchia". Altre storie parlano di tanuki come indifesi e produttivi membri della società. Diversi templi hanno storie di sacerdoti che erano in realtà tanuki travestiti. Secondo alcune tradizioni i tanuki sono incarnazioni degli oggetti usati per più di cento anni.
Una popolare storia conosciuta come Bunbuku chagama narra invece di un tanuki che inganna un monaco trasformandosi in una teiera. Un'altra parla di un tanuki che inganna un cacciatore camuffando le sue braccia come ramoscelli, finché non allarga entrambe le braccia insieme e cade dall'albero. Si dice che i tanuki ingannino i mercanti con foglie camuffate da banconote. Alcune storie raccontano che le foglie facciano parte integrante del modo in cui il tanuki cambia aspetto.
In metallurgia, spesso si usava pelle di tanuki per raffinare l'oro. Di conseguenza, si cominciò ad associare i tanuki alle miniere e alla lavorazione dei metalli, e li si vendeva come decorazione e portafortuna per la prosperità.
Oggi statue di tanuki si possono trovare davanti a molti templi e ristoranti giapponesi; in queste spesso indossa un grande cappello a forma di cono e porta una bottiglia di sake. Le statue di tanuki hanno sempre una grande pancia, mentre sculture moderne possono anche non avere i grandi testicoli: questi attributi esagerati sono simbolo di abbondanza e prosperità.
Fonte: Wiki.
sabato 20 agosto 2011
Andy Scott
Fra le opere di Andy Scott, c'è una rappresentazione interessante.
http://www.clacksweb.org.uk/culture/foxboy/
Fonte: web.
http://www.clacksweb.org.uk/culture/foxboy/
Fonte: web.
venerdì 19 agosto 2011
Curiosità
La pioggia a ciel sereno è chiamata in Giappone Kitsune no Yomeiri o "Il Matrimonio della Volpe" in riferimento ad una favola che descrive un matrimonio tra queste creature in simili condizioni climatiche. L'evento è considerato buon segno, ma secondo la tradizione se un malcapitato dovesse assistere alla cerimonia le volpi lo perseguiterebbero tutta la vita per avere vendetta. Questa leggenda è descritta anche in un episodio del film Sogni di Akira Kurosawa
C'è un piatto della cucina giapponese chiamato Kitsune Udon: una varietà di zuppa udon così chiamata perché si dice che le volpi siano particolarmente ghiotte del tofu fritto (aburaage o usuage) in essa contenuto.
C'è un piatto della cucina giapponese chiamato Kitsune Udon: una varietà di zuppa udon così chiamata perché si dice che le volpi siano particolarmente ghiotte del tofu fritto (aburaage o usuage) in essa contenuto.
Kitsune nei manga e negli anime
Il Digimon Renamon.
I Pokémon, Vulpix e Ninetales.
Shippo, personaggio di Inuyasha, è un cucciolo di Kitsune; è capace di trasformarsi attraverso una foglia sulla testa, in uno stile più simile a un Tanuki.
Lo spirito di una Kyubi no Kitsune, chiamata Kyubi no Yoko (in Italia "Volpe a Nove Code" o "Demone Volpe"), fu imprigionata nel corpo di Naruto Uzumaki, protagonista di Naruto. Naruto ha baffi simili a quelli di una volpe sulla faccia e una personalità scherzosa, tratti che ricordano un Kitsunetsuki.
Shuichi Minamino - alter ego umano di Kurama, tra i protagonisti di Yu Degli Spettri - è la reincarnazione di una Kyubi no Kitsune di nome Yoko Kurama.
La storia della volpe a nove code è raccontata da Shuri Kurogane in Ran, la reinterpretazione epica di Re Lear da parte di Akira Kurosawa.
In Lamù compare una piccola Kitsune col tascapane che, innamorata di Shinobu, la segue trasformadosi di volta in volta per aiutarla. La volpe tuttavia è ancora molto inesperta e quando prende le sembianze degli altri non riesce né a nascondere le sua coda, né ad emularne le dimensioni, diventando così una grottesca caricatura degli altri personaggi.
Nel manga di Akira Toriyama, Kajika, il protagonista è affiancato da uno spirito volpe che lui stesso ha ucciso per sbaglio e da cui è stato maledetto. Da qui il ragazzo deve, per riuscire a liberarsi della maledizione che lo ha trasformato in un Han'yo, un ibrido mezzo uomo e mezzo volpe, salvare 1000 esseri viventi.
Fonte: Wiki e web.
I Pokémon, Vulpix e Ninetales.
Shippo, personaggio di Inuyasha, è un cucciolo di Kitsune; è capace di trasformarsi attraverso una foglia sulla testa, in uno stile più simile a un Tanuki.
Lo spirito di una Kyubi no Kitsune, chiamata Kyubi no Yoko (in Italia "Volpe a Nove Code" o "Demone Volpe"), fu imprigionata nel corpo di Naruto Uzumaki, protagonista di Naruto. Naruto ha baffi simili a quelli di una volpe sulla faccia e una personalità scherzosa, tratti che ricordano un Kitsunetsuki.
Shuichi Minamino - alter ego umano di Kurama, tra i protagonisti di Yu Degli Spettri - è la reincarnazione di una Kyubi no Kitsune di nome Yoko Kurama.
La storia della volpe a nove code è raccontata da Shuri Kurogane in Ran, la reinterpretazione epica di Re Lear da parte di Akira Kurosawa.
In Lamù compare una piccola Kitsune col tascapane che, innamorata di Shinobu, la segue trasformadosi di volta in volta per aiutarla. La volpe tuttavia è ancora molto inesperta e quando prende le sembianze degli altri non riesce né a nascondere le sua coda, né ad emularne le dimensioni, diventando così una grottesca caricatura degli altri personaggi.
Nel manga di Akira Toriyama, Kajika, il protagonista è affiancato da uno spirito volpe che lui stesso ha ucciso per sbaglio e da cui è stato maledetto. Da qui il ragazzo deve, per riuscire a liberarsi della maledizione che lo ha trasformato in un Han'yo, un ibrido mezzo uomo e mezzo volpe, salvare 1000 esseri viventi.
Fonte: Wiki e web.
Un po' di mitologia sui Kitsune
Nella mitologia giapponese, si credeva che questi animali possedessero una grande intelligenza, vivessero a lungo ed avessero poteri magici. Il principale tra questi ultimi è l'abilità di cambiare aspetto ed assumere sembianze umane; si dice che una volpe impari a far questo quando raggiunge una determinata età.
Altri poteri che sono spesso attribuiti alla Kitsune includono la possessione, la capacità di appiccare il fuoco con la/e coda/e o di sputare fuoco, il potere di entrare nei sogni e l'abilità di creare illusioni così complesse da essere quasi indistinguibili dalla realtà. Alcuni racconti vanno oltre, parlando di Kitsune con la capacità di piegare il tempo e lo spazio, di far impazzire, o di assumere altre forme oltre a quelle umane, come un albero altissimo o una seconda luna in cielo.
A volte le Kitsune sono raffigurate a guardia di una sfera, rotonda o a forma di pera (Hoshi no Tama o Sfera della Stella). Si dice che chi si impossessa della sfera possa obbligare la Kitsune ad aiutarlo; una spiegazione è che la Kitsune "deposita" parte della sua magia in questa palla quando cambia forma. Le Kitsune devono mantenere le promesse o il loro rango e il loro potere diminuisce.
La Kitsune mitologica è uno yokai. In questo contesto, la parola Kitsune è generalmente tradotta come Demone Volpe; però questo non dovrebbe indurre a pensare che le Kitsune non corrispondano alle comuni volpi. La parola "Demone" in questo caso traduce il più generale concetto di Spirito nel significato più comune in Estremo Oriente, come anima che ha raggiunto uno stato di conoscenza e illuminazione tale da trascendere le leggi del mondo materiale. Ogni volpe che viva sufficientemente a lungo, perciò, può diventare uno spirito. Ci sono due tipi di volpi: le Zenko, o Volpi Celestiali -- quelle associate a Inari, rappresentate come benevole -- e le Yako, o Volpi Selvagge (letteralmente "Volpi di Campo"), spesso, ma non sempre, considerate maliziose.
L'attributo fisico che più rappresenta una Kitsune è la coda, e ne può possedere fino a nove; generalmente, un maggior numero di code rappresenta una Kitsune più vecchia e più potente, e secondo alcune fonti la prima coda addizionale cresce solo dopo migliaia di anni, poi le altre in base all'età e alla saggezza acquisita. In ogni caso, le Kitsune che compaiono nei racconti popolari hanno sempre una, cinque, o nove code, forse a causa di qualche numerologia.
Quando una Kitsune arriva ad avere nove code, il suo pelo diventa argentato, bianco o dorato, e prendono il nome di Kyubi no Kitsune (Volpe a Nove Code) guadagnando il potere della visione infinita. Allo stesso modo, in Corea, una volpe che viva mille anni diventa una Kumiho, ma la Kumiho è rappresentata come malvagia, a differenza della Kyubi, che può essere anche benevola. Anche nella mitologia cinese c'è un demone volpe simile alla Kitsune, incluse le nove code: ci sono anzi indizi che le Kitsune siano un mito importato dalla Cina, ma c'è un amplissimo supporto, basato su testi e rappresentazioni artistiche molto antiche, alla tesi che il mito sia originario del Giappone e risalente forse al V secolo a.C.
In alcuni racconti, le Kitsune hanno difficoltà a nascondere la coda nelle loro trasformazioni - generalmente le Kitsune in queste storie ne hanno solo una, il che potrebbe indicare che l'inesperienza ne sia la causa - e il protagonista attento riesce a smascherarla quando questa beve o si distrae.
Le volpi hanno paura dei cani, usati per cacciarle, così le Kitsune li temono e odiano, al punto da tornare al loro aspetto e darsi alla fuga non appena ne vedono uno.
Fonte: Wiki.
Altri poteri che sono spesso attribuiti alla Kitsune includono la possessione, la capacità di appiccare il fuoco con la/e coda/e o di sputare fuoco, il potere di entrare nei sogni e l'abilità di creare illusioni così complesse da essere quasi indistinguibili dalla realtà. Alcuni racconti vanno oltre, parlando di Kitsune con la capacità di piegare il tempo e lo spazio, di far impazzire, o di assumere altre forme oltre a quelle umane, come un albero altissimo o una seconda luna in cielo.
A volte le Kitsune sono raffigurate a guardia di una sfera, rotonda o a forma di pera (Hoshi no Tama o Sfera della Stella). Si dice che chi si impossessa della sfera possa obbligare la Kitsune ad aiutarlo; una spiegazione è che la Kitsune "deposita" parte della sua magia in questa palla quando cambia forma. Le Kitsune devono mantenere le promesse o il loro rango e il loro potere diminuisce.
La Kitsune mitologica è uno yokai. In questo contesto, la parola Kitsune è generalmente tradotta come Demone Volpe; però questo non dovrebbe indurre a pensare che le Kitsune non corrispondano alle comuni volpi. La parola "Demone" in questo caso traduce il più generale concetto di Spirito nel significato più comune in Estremo Oriente, come anima che ha raggiunto uno stato di conoscenza e illuminazione tale da trascendere le leggi del mondo materiale. Ogni volpe che viva sufficientemente a lungo, perciò, può diventare uno spirito. Ci sono due tipi di volpi: le Zenko, o Volpi Celestiali -- quelle associate a Inari, rappresentate come benevole -- e le Yako, o Volpi Selvagge (letteralmente "Volpi di Campo"), spesso, ma non sempre, considerate maliziose.
L'attributo fisico che più rappresenta una Kitsune è la coda, e ne può possedere fino a nove; generalmente, un maggior numero di code rappresenta una Kitsune più vecchia e più potente, e secondo alcune fonti la prima coda addizionale cresce solo dopo migliaia di anni, poi le altre in base all'età e alla saggezza acquisita. In ogni caso, le Kitsune che compaiono nei racconti popolari hanno sempre una, cinque, o nove code, forse a causa di qualche numerologia.
Quando una Kitsune arriva ad avere nove code, il suo pelo diventa argentato, bianco o dorato, e prendono il nome di Kyubi no Kitsune (Volpe a Nove Code) guadagnando il potere della visione infinita. Allo stesso modo, in Corea, una volpe che viva mille anni diventa una Kumiho, ma la Kumiho è rappresentata come malvagia, a differenza della Kyubi, che può essere anche benevola. Anche nella mitologia cinese c'è un demone volpe simile alla Kitsune, incluse le nove code: ci sono anzi indizi che le Kitsune siano un mito importato dalla Cina, ma c'è un amplissimo supporto, basato su testi e rappresentazioni artistiche molto antiche, alla tesi che il mito sia originario del Giappone e risalente forse al V secolo a.C.
In alcuni racconti, le Kitsune hanno difficoltà a nascondere la coda nelle loro trasformazioni - generalmente le Kitsune in queste storie ne hanno solo una, il che potrebbe indicare che l'inesperienza ne sia la causa - e il protagonista attento riesce a smascherarla quando questa beve o si distrae.
Le volpi hanno paura dei cani, usati per cacciarle, così le Kitsune li temono e odiano, al punto da tornare al loro aspetto e darsi alla fuga non appena ne vedono uno.
Fonte: Wiki.
martedì 16 agosto 2011
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