mercoledì 21 settembre 2011

Ama no Murakumo nella cultura

La spada Kusanagi compare spesso in film, anime, manga e persino videogiochi giapponesi.

Aokushimitama Blue Seed; uno dei personaggi si chiama Mamoru Kusanagi e utilizza come armi delle spade che si estendono dalle sue braccia.
  

Detective Conan; è presente insieme agli altri due oggetti leggendari nell'episodio intitolato "La leggenda delle lanterne di pietra". 

Ghost in the Shell; la cyborg protagonista della serie si chiama Motoko Kusanagi. 


Inu Yasha; la spada viene brevemente menzionata nel terzo film, poiché il nonno della protagonista crede che la demoniaca spada So'unga sia in realtà proprio la Spada di Murakumo. 

Kannazuki no Miko; è il nome della divinità che, se risvegliata dalle due Miko potrà sigillare nuovamente Yamata no Orochi nel Tempio sulla Luna.

  
Kyōshirō to Towa no Sora; con il solo nome di Murakumo, viene associato all'Angelo Assoluto Kaon. 

Mobile Suit Gundam SEED e Mobile Suit Gundam SEED Destiny; una delle astronavi porta il nome di Kusanagi. 


Naruto; Orochimaru utilizza una leggendaria spada magica chiamata Spada Kusanagi. 


One Piece; grazie al potere del Frutto Pika-Pika, l'Ammiraglio Kizaru può creare una spada di luce che chiama appunto Ama no Murakumo. 


Ronin Warriors; i protagonisti usano i Tre Tesori di Yamato per sconfiggere i loro avversari. 

Sailor Moon; le Outer Senshi, o guerriere del sistema solare esterno, utilizzano come loro armi i Tre Talismani che non sono altro se non degli omaggi ai Tre Tesori di Yamato. In particolare, Haruka (Heles in Italia) utilizza la spada ricurva che richiama Ama no Murakumo. 

Usagi Yojimbo; in questo fumetto dove animali dalla caratteristiche antropomorfe si muovono all'inizio del Periodo Edo, il protagonista, Usagi, entra temporaneamente in possesso dell'arma. 

X; Kusanagi Shiyuu è uno dei Draghi della Terra. 


Yu-Gi-Oh!; Kusanagi no Tsurugi è una carta magia. 


Yu Yu Hakusho; compare nella serie insieme allo Specchio e alla Gemma.


Nei videogiochi

Final Fantasy V; Ama no Murakumo è il nome di una delle katane di questo videogioco nella versione giapponese. 

Final Fantasy XI; Amenomurakumo è il nome di una delle armi del videogioco. 

Final Fantasy XII; Murakumo è il nome di una delle katane del videogioco. 

King of Fighters; Kyo Kusanagi, il protagonista di questo videogioco, riesce a utilizzare le fiamme grazie alla spada Kusanagi, di cui è custode. Il simbolo della famiglia di Kyo è il Sole, molto probabilmente in riferimento al fatto che la spada è stata donata ad Amaterasu. Saisyu Kusanagi, il padre di Kyo, ha una mossa chiamata Tsumugari, che è il nome di una parte della spada. Nel gioco compaiono anche gli altri due Tesori di Yamato, custoditi da Iori Yagami e Chizuru Kagura. 

Phantasy Star Online; compare insieme agli altri due Tesori di Yamato in qualità di oggetto raro. 

Shadow Hearts: Covenant; compare insieme agli altri due Tesori di Yamato come parti del boss finale Susano-O (il cui nome ricorda quello del dio Susanoo). 

Tales of Symphonia; anche qui, compare insieme agli altri due Tesori di Yamato in qualità di oggetto raro di questo gioco di ruolo. 

Dark Chronicle; è una delle armi più forti del gioco. 

Golden Sun; codificata nel codice di gioco esiste una potente spada con il nome di Kusanagi. 

Golden Sun: L'Era Perduta; in questo videogioco viene in parte riprodotta la storia della Ama no Murakumo, cambiandole però il nome in Portanubi (Cloud Brand). 

Ōkami; è una spada che Amaterasu ottiene nel momento in cui riceve il potere di creare raffiche di vento.

Fonte: Wiki e web.

Ama no Murakumo

Ama no Murakumo, letteralmente Spada del Paradiso, detta anche Ama no Murakumo no Tsurugi o Kusanagi-no-tsurugi, è una spada leggendaria appartenente alla mitologia shintoista giapponese.

La storia della spada si estende nei fumosi territori del mito. Secondo quanto narra l'antico testo Kojiki, il dio del mare e delle tempeste Susanoo incontrò nella regione di Izumo una famiglia disperata: i genitori avevano perso sette figlie sacrificate al malvagio mostro a otto teste Yamata no Orochi, che richiedeva vergini in sacrificio in cambio della promessa di non devastare la provincia, e adesso rischiavano di perdere anche Kushinada, ultima esponente della loro famiglia.
Invaghitosi della giovane, a causa della sua bellezza così delicata e della sua eleganza, Susanoo ideò un piano per sconfiggere il mostro, in cambio della possibilità di sposarla: trasformata Kushinada in un pettine, ordinò che fossero raccolti otto barili di sake, da disporre di fronte alla casa della ragazza, dove Yamata no Orochi sarebbe giunto per reclamare la vergine.
Mentre Susanoo si nascondeva in una vicina foresta, Yamata no Orochi giunse di fronte alla casa di Kushinada, e qui trovò gli otto barili di sake e non poté far a meno di ubriacarsi, finché ogni testa cadde addormentata. Solo quando tutte le teste del mostro scivolarono in un sonno profondo, Susanoo abbandonò il suo nascondiglio e le recise, uccidendo il drago leggendario.
Un'altra versione della leggenda, invece, racconta di come Orochi fosse sì ubriaco, ma anche sveglio quando Susanoo giunse. Ne seguì un combattimento che durò per ore, deciso alla fine solo dalla stanchezza e dalla mancanza di lucidità del mostro, che ne decretarono la sconfitta.
In ogni caso, Susanoo uccise Yamata no Orochi e dopo aver tagliato le otto teste, iniziò a recidere le code del mostro. Sempre secondo il mito, riuscì a tagliare le prime sette senza difficoltà, ma quando giunse all'ottava coda, la sua spada impattò contro qualcosa di molto resistente. Fu così che Susanoo trovò la spada Ama no Murakumo (in seguito chiamata Kusanagi) nella coda maggiore del drago. Altre varianti della stessa leggenda sostengono che la coda dove era celata la spada fosse, in realtà, la quarta e non l'ottava.
Un'altra versione della leggenda narra che, dopo l'uccisione di Yamata no Orochi, Ama no Murakumo fu consegnata alla dea del Sole Amaterasu, sorella di Susanoo, come dono di riconciliazione per appianare un antico diverbio.
Generazioni dopo, nel regno del dodicesimo imperatore, l'imperatore Keikō, la spada passò nelle mani del grande guerriero Yamato Takeru, come dono della zia, la principessa Yamato, Vergine del Tempio di Ise, per proteggere il nipote dai pericoli che il giovane avrebbe dovuto affrontare durante una spedizione contro gli Ainu.
Sempre secondo questa versione, Yamato Takeru cadde in un'imboscata in un pascolo, durante una spedizione di caccia, organizzata da un perfido signore della guerra. Costui, utilizzando delle frecce infuocate, intrappolò l'eroe in un cerchio di fuoco e nel frattempo uccise il suo cavallo per impedirgli la fuga. Disperato, Yamato Takeru cercò di usare la spada per impedire alle lingue di fuoco di raggiungerlo e con grande stupore scoprì come l'arma avesse il controllo sul vento. Questa magia gli permise di crearsi un varco fra le fiamme, salvandogli la vita. Da allora, Yamato Takeru chiamò la spada Kusanagi, che letteralmente vuol dire Spada Falciatrice d'Erba.
Questa parte della leggenda, dunque, spiega le origini del nome della spada. Tuttavia altre versioni sostengono che in realtà Kusanagi significhi semplicemente Spada del Serpente in quanto, in antico giapponese, kusa vuol dire spada e nagi serpente.

Oltre Kojiki, un altro importante testo che menziona la spada è il Nihonshoki. A differenza del primo, quest'ultimo testo non contiene soltanto storie mitologiche, ma anche registra alcuni eventi contemporanei o comunque vicini alla sua stesura. Questi passi sono considerati molto importanti da un punto di vista storico ed è qui che troviamo le prime tracce effettive della spada. Secondo quanto vi è registrato, essa fu rimossa dal palazzo imperiale nel 688 e fu trasferita al Tempio di Atsuta, a Nagoya.
Nel poema epico Heike Monogatari, una raccolta di storie orali trascritte nel 1371, si legge che la spada andò persa in mare dopo la sconfitta del Clan Taira nella battaglia navale di Dan-no-ura. Ovviamente, la valenza storica di questo testo è fortemente contestata proprio per la sua natura epica.
Secondo altre storie costruite intorno alla spada, il decimo imperatore del Giappone, l'imperatore Sujin, ordinò che fosse forgiata una replica di Ama no Murakumo. Questa informazione, tuttavia, divenne di dominio pubblico solo quando si seppe che la spada era stata rubata, sebbene secondo alcune voci fu la sua copia a cadere nelle mani dei ladri. Va inoltre sottolineato come l'imperatore Sujin sia ritenuto spesso una figura leggendaria a causa dell'incapacità degli storici di inserirlo in un contesto storico ben preciso.
Un'altra storia racconta che la spada fu nuovamente rubata nel sesto secolo, da un monaco cinese. Ma la nave dove costui viaggiava, presumibilmente, affondò permettendo alla spada di giungere presso Ise, dove fu recuperata dai monaci shintoisti.

Sebbene sia impossibile provarlo, a causa del fatto che non è accessibile al pubblico, la spada sembra sia veramente conservata presso il Tempio di Atsuta, infatti vi è una testimonianza, risalente al Periodo Edo, secondo la quale un sacerdote shintoista l'avrebbe vista e descritta. In base alle sue parole, la spada Kusanagi sarebbe lunga circa 84 cm, modellata come un calamo, forgiata in un metallo bianco e ben mantenuta.
In tempi recenti, inviati della stazione televisiva nazionale giapponese NHK si sono recati al tempio per chiedere di poterne fare delle riprese. Sebbene i monaci abbiano rifiutato di mostrare l'arma, non hanno negato la sua esistenza, men che meno il fatto che la stessa sia conservata presso il loro tempio. In ogni caso, anche se sicuramente delle spade notevolmente antiche sono conservate presso il santuario, non è certo detto che esse siano la spada leggendaria.
Insieme allo Specchio di forma ottagonale e alla Gemma, simboli di Amaterasu, Ama no Murakumo è uno dei Tre Tesori Sacri di Yamato.

http://www.freidok.uni-freiburg.de/volltexte/4635/pdf/Naumann_The_kusanagi_sword.pdf

Fonte: Wiki, web e opera di Nelly Naumann.

Ōkami

Ōkami (lett. grande dio o un gioco di parole per lupo) è un videogioco d'azione sviluppato dalla Clover Studio e distribuito dalla Capcom. È stato pubblicato per la console Playstation 2 nel 2006 in Nord America e Giappone, nel 2007 in Europa e Australia. Nonostante la chiusura della Clover Studio, pochi mesi dopo l'uscita del gioco per Playstation 2 è stata prodotta la versione Wii curata dai Ready at Dawn, pubblicata nel Nord America il 15 aprile 2008 e nel giugno 2008 in Europa.
Ambientato in un non specificato periodo del Medioevo giapponese, Ōkami unisce miti e leggende per raccontare la storia di una terra che si salvò dall'oscurità grazie alla dea del sole shintoista Amaterasu, scesa nel mondo degli umani sotto forma di lupo bianco. Il gioco presenta una grafica cel-shaded ispirata dallo stile Sumi-e e si sviluppa attorno al "pennello celestiale", una particolare tecnica divina che permette di compiere miracoli disegnando. Il gioco ha vinto nel 2006 il titolo di Gioco dell'anno da parte di IGN.

In Ōkami il giocatore controlla il protagonista, Amaterasu, ovvero il kami del sole secondo lo shintoismo, in un ambiente simile ad una xilografia con colori ad acqua che ricorda un'illustrazione giapponese animata fatta ad inchiostro. L'esperienza di gioco è un insieme di azione, gioco a piattaforme e puzzle, si nota leggendo alcune recensioni la presenza di alcune similitudini con il gameplay della serie The Legend of Zelda, influenza che anche l'ideatore del gioco, Hideki Kamiya, ha confermato. La storia è principalmente lineare, guidata grazie all'aiuto della guida di Amaterasu: Issun, attraverso numerosi obiettivi secondari e attività opzionali che permettono al giocatore di esplorare il territorio e dare il giusto ritmo al gioco. Dopo aver completato un obiettivo o aver eseguito delle piccole attività (come far fiorire gli alberi o dare del cibo agli animali), Amaterasu guadagna delle sfere della fede che possono essere utilizzate per aumentare varie statistiche del personaggio, come l'ammontare della vita o i cerchi disponibili per il pennello celestiale.
I combattimenti sono organizzati in un'area virtuale, dove Amaterasu può sconfiggere i nemici usando una combinazione di armi, tecniche di combattimento e l'ausilio del pennello celestiale. Alla fine dello scontro, Amaterasu guadagna denaro, con possibili bonus, che può essere speso in numerosi oggetti comprati dai mercanti sparsi per il territorio, tra cui oggetti curativi, armi migliori, strumenti, tecniche di combattimento nel dojo ed oggetti chiave necessari per completare alcune missioni. Inoltre, anche i denti di demone possono essere raccolti negli scontri, scambiabili per oggetti unici non necessari per completare il gioco. Le armi usate, suddivise in specchi riflettori, rosari e spade, possono essere equipaggiate come arma principale o secondaria ed usate insieme ad altri attacchi che Amaterasu può imparare attraverso il gioco nel dojo.
Una caratteristica particolare di Ōkami è il pennello celestiale. Il giocatore può mettere il gioco in pausa e richiamare un foglio di carta di riso dove il giocatore disegna nello schermo usando lo stick analogico sinistro del DualShock 2 o il telecomando Wii. Per esempio è possibile creare un forte vento disegnando una spirale, dividere i nemici disegnando una linea su di loro o creare ponti. Queste tecniche vengono imparate durante il gioco, dopo aver completato delle costellazione ed aver liberato i rispettivi dei del pennello celestiale dalla loro prigionia.

Il gioco è ambientato nella storia classica giapponese ed inizia con un flashback di 100 anni prima quando Shiranui, un lupo bianco, insieme a Nagi, uno spadaccino, sconfisse il demone con otto teste Orochi per salvare il villaggio Kamiki e la ragazza Nami, della quale Nagi è innamorato, riuscendo a sigillare il demone tramite la magia, Tsukuyomi. Nonostante la vittoria, però, Shiranui, ferito e avvelenato durante il combattimento con Orochi, muore poco dopo. Nel presente Susano, un discendente di Nagi, libera senza volerlo Orochi ed il demone fugge, spargendo le tenebre per il mondo intero e distruggendo ogni forma di vita. Per risolvere la situazione Sakuya, lo spirito della foresta guardiano del villaggio Kamiki, invoca Amaterasu, dea del sole e reincarnazione del lupo bianco Shranui, per chiederle di rimuovere la maledizione che ricopre la terra. Accompagnato dall'artista Issun, Amaterasu riuscirà a riportare la terra alla sua bellezza iniziale. Amaterasu è costantemente braccato da Waka, uno strano e potente individuo avente il dono della predizione che lo stuzzica. Durante il viaggio Amaterasu deve localizzare alcune divinità celestiali che donano al protagonista dei poteri per aiutarlo durante la sua missione. Ben presto Amaterasu, insieme a Susano, deve lottare contro Orochi per proteggere ancora una volta, come 100 anni prima, il villaggio Kamiki e salvare Kushi, della quale Susano è innamorato. Questa volta i due riescono a sconfiggere completamente il demone, liberando uno spirito demoniaco che si dirige verso nord. Amaterasu intanto continua a rimuovere la maledizione dalla terra, sconfiggendo altri demoni che rilasciando una presenza demoniaca simile a quella di Orochi. Alla fine Amaterasu riesce ad arrivare a nord e a trovare la fonte del potere demoniaco, il relitto di una nave capace di navigare tra le stelle, chiamata "l'arca di Yamato". In quel momento appare Waka e si rivela come un membro della tribù della luna, una razza che costruì l'arca di Yamato per le creature celestiali, le quali la usarono per scappare dal paradiso attaccato da Orochi, ignaro dello spirito demoniaco imprigionato nell'arca che uccise tutti facendo cadere l'arca sulla terra. Amaterasu sconfigge finalmente Yami, l'ultimo demone che controllava tutti gli spiriti demoniaci e libera l'arca ed il giappone da questi per sempre. Completata la sua missione Amaterasu parte insieme a Waka per ritornare nei piani Celestiali.


http://www.youtube.com/watch?v=tuz0-IF1MAk&feature=related

Fonte: Wiki e web.

Amaterasu nella cultura

Amaterasu è la protagonista del videogioco Ōkami, in cui appare sotto forma di lupo.


Amaterasu è il nome del protagonista semidivino del manga The Five Star Stories.


Amaterasu compare anche come Goa'uld nella serie televisiva Stargate SG1.


Amaterasu è, nel manga e anime Naruto di Masashi Kishimoto, una tecnica posseduta e usata da Itachi Uchiha e Sasuke Uchiha in più occasioni. Questa tecnica consiste nell'evocazione di una fiamma nera che brucia qualunque cosa sia vista dall'autore della tecnica, senza spegnersi mai. Addirittura riesce a bruciare un'altra fiamma, come è dimostrato nel numero 43 del manga, quando Itachi usa Amaterasu contro suo fratello Sasuke e brucia le fiamme da lui evocate.

 Amaterasu è il nome del Persona di Yukiko Amagi, una delle protagoniste del videogioco Shin Megami Tensei: Persona 4, dopo che si raggiunge il massimo grado di Social Link (10) con lei.


Amaterasu è la dea che fa da protagonista nel numero speciale del fumetto Martin Mystère, dove rappresenta l'imperatrice del Regno di Mu in lotta con il Regno di Atlantide.

Fonte: Wikie web.

Amaterasu

Amaterasu-ō-mi-kami (letteralmente "Grande dea che splende nei cieli"), generalmente abbreviato in Amaterasu, è la dea del Sole (divinità da cui discendono tutte le cose) nella religione shintoista. È considerata la mitica antenata diretta della famiglia imperiale giapponese.
Amaterasu è comunemente indicata come di sesso femminile, nonostante il Kojiki, il più antico documento scritto della storia nipponica, dia pochi indizi riguardo al suo sesso: il linguaggio giapponese antico non usava pronomi specifici per i generi. Alcuni altri libri come lo Hotsuma Tsutae, descrivono la divinità come maschile.

Esistono tre differenti leggende sulla sua nascita:
  • Secondo quanto narrato nel Kojiki ("Memorie degli eventi antichi") ed in un testo alternativo del Nihonshoki ("Annali del Giappone"), Amaterasu, la prima dei tre figli nobili di Izanagi, nacque dal suo occhio sinistro mentre questi stava purificando sé stesso in un fiume dopo la sua visita al mondo sotterraneo (Yomi-Tsu-Kumi). Izanagi le affidò il governo delle Alte Pianure Celestiali (Takamagahara) ed il gioiello Mikuratana no Kami.
  • Il testo principale del Nihonshoki racconta invece che Izanagi e Izanami crearono tutti i kami della terra, quindi per dare loro un "Signore di tutti" crearono insieme Taiyo no Kami ("Kami del Sole"), a cui affidarono il compito di governare sugli affari dei cieli.
  • In una terza versione (contenuta sempre nel Nihonshoki) Amaterasu viene creata da uno specchio di rame bianco tenuto in mano da Izanagi.
Il Kojiki riporta un antico racconto che è chiaramente un esempio dell'occorrenza del tema della scomparsa del Sole. In seguito ad una discussione con il suo indisciplinato fratello, il dio della tempesta Susanoo, questi distrusse gli argini delle risaie piantate da Amaterasu e ne ostruì i fossati. Amaterasu ne fu così imbarazzata da ritirarsi nella caverna Ama-no-Iwato, precipitando il mondo nell'oscurità.
Le altre divinità la pregarono di uscire fuori, ma senza successo. Quindi la dea Ama-no-Uzume ebbe un'idea: appese uno specchio ad un albero vicino ed organizzò una festa, esibendosi in una danza erotica di fronte alla caverna. Fece ridere talmente tanto gli altri dei da incuriosire Amaterasu e spingerla a sbirciare fuori. Vedere il proprio riflesso nello specchio la stupì talmente che gli altri dei riuscirono a tirarla fuori dalla caverna e a convincerla a ritornare in cielo.

Successivamente inviò suo nipote Ninigi-no-Mikoto a pacificare il Giappone, a lui donò la spada sacra Kusanagi, il gioiello Yasakani no magatama e lo specchio Yata no kagami, che divennero i primi simboli imperiali giapponesi. Il pronipote di Ninigi-no-Mikoto fu il primo imperatore del Giappone, Jinmu.

Ad Amaterasu viene anche attribuita l'invenzione della coltivazione del riso e del frumento, l'uso del baco da seta e la tessitura con il telaio. Il suo santuario più importante, il Grande Santuario di Ise è situato ad Ise, sull'isola di Honshu. Il santuario viene abbattuto e ricostruito ogni venti anni. In questo santuario viene rappresentata da uno specchio.
Ogni 17 luglio viene celebrata con processioni nelle strade in tutto il paese. Il solstizio d'inverno 21 dicembre, si celebra la sua uscita dalla caverna.
Fino alla fine della seconda guerra mondiale la famiglia reale giapponese ha proclamato di discendere da Amaterasu, e l'imperatore veniva considerato un essere divino.

Fonte: Wiki.

giovedì 15 settembre 2011

Shikigami nella cultura

In La stirpe delle tenebre, Negima, e altri anime e manga, gli shikigami sono rappresentati come servi magici creati da piccole figure ritagliate o ripiegate dalla carta. Ciò potrebbe derivare dagli ofuda, talismani shintoisti fatti di carta, ma costituisce anche un gioco di parole: il kanji 神 (kami) che compone la parola shikigami, infatti, ha la stessa pronuncia della parola carta, perciò se si scambiano i caratteri, il significato diventa "servitori di carta".

In Shaman King, il nonno di Yoh Asakura, Yohmei, è in grado di creare degli shikigami con foglie d'albero. Hao Asakura ne possiede due particolarmente grandi, Zenki e Kouki, che pone a custodia del Chou Senji Ryakketsu (il "Libro dello Sciamano") e che poi vengono domati e usati da Anna Kyoyama.



In Tokyo Babylon e X/1999, Subaru Sumeragi e Seishiro Sakurazuka, due onmyōji, usano gli shikigami come spie e per attaccare spiritualmente gli avversari; quello di Subaru ha l'aspetto di un corvo bianco con tre teste, mentre quello di Seishiro sembra un uccello predatore.


In InuYasha, Kikyo crea tre shikigami quando viene avvelenata e ha bisogno di guadagnare tempo per rimettersi; due di essi, Kocho e Asuka, sono sufficientemente potenti da creare barriere, mentre il terzo, Hijiri, ha le sembianze della sacerdotessa e parte del suo potere. Inoltre, la sacerdotessa nera Tsubaki li usa per combattere Kagome Higurashi, e Kururugi, personaggio del videogioco Inuyasha: The Secret of the Cursed Mask, li usa come armi, per curarsi e per difendersi.


In Read or Die, Maggie Mui crea mostri di carta, a cui talvolta si riferisce con il nome di shikigami.


In Yu-Gi-Oh! GX, Sarina (Mizuchi Saiō) ha un mazzo di carte basato sugli shikigami.


In Saiyuki, Chin Yisō si trasforma in uno shikigami inserendo una tessera del mahjong in una ferita.

In Onmyō Taisenki, fortemente basato sull'onmyōdo, gli shikigami sono evocati dai protagonisti per combattere ai loro ordini.


In Mikami Agenzia Acchiappafantasmi, Meiko Rokudō controlla dodici shikigami: Indara, Ajira, Kubira, Basara, Shindara, Sanchira, Haira, Makora, Shōtra, Anchira, Bikara, e Mekira.


In Kekkaishi, i protagonisti si avvalgono spesso dell'aiuto di shikigami dall'aspetto di semplici origami, usandoli come messaggeri, copie di se stessi o aiutanti per lavori faticosi.


Sebbene non esplicitamente indicato, gli uccelli di carta inviati dalla strega Zeniba ne La città incantata di Hayao Miyazaki sono probabilmente shikigami.


Nel videogioco Shin Megami Tensei: Nocturne gli shikigami sono dei mostri dall'aspetto di lunghi fogli di carta con gli occhi.

In Teito Monogatari, il malvagio onmyōji Yasunori Kato manda degli shikigami per impedire al robot Gakutenzoku di raggiungere il cuore del drago che dorme nelle fondamenta di Tokyo e che è responsabile dei terremoti che affligono la città.

In Nurarihyon no Mago, uno dei personaggi femminili, Yura Keikan, è un onmyōji e si serve di diversi shikigami nei combattimenti.


Fonte: Wiki e web.

Shikigami

Nell'onmyōdō, gli shikigami ("spirito servitore") sono un tipo di spiriti che possono essere evocati da un onmyōji, similmente ai famigli della stregoneria occidentale. Gli shikigami sono invisibili alla maggioranza delle persone, ma secondo gli onmyōji dell'epoca Heian, che si dice fossero in grado di utilizzarli, avrebbero in genere l'aspetto di piccoli oni. Sebbene invisibili, gli shikigami potrebbero, su ordine dell'onmyōji, assumere forme umane o animali, possedere o stregare le persone, e anche causare dolore fisico o morte.
Si racconta che il famoso onmyōji Abe no Seimei fosse molto abile nel manipolare gli shikigami, e che facesse loro compiere le varie faccende domestiche in sua vece.

Fonte: Wiki.

Onmyōji nelle cultura

In molti manga e anime si narrano delle gesta degli Onmyōji, come nel caso del personaggio delle Clamp Subaru Sumeragi:
  • Shaman King.
  • X/1999.
  • Tokyo Babylon.
  • Ghost Hunt.
  • Abenobashi - Il quartiere commerciale di magia.
  • Nurarihyon no mago.
Fonte: Wiki.

Onmyōdō

L'Onmyōdō è nella cultura esoterica giapponese un misto di occultismo e di scienze naturali, sviluppato su una base della filosofia cinese, del Wu Xing e dello Yin e yang, introdotta in Giappone intorno al VI secolo.

Gli Onmyōji (o In'yōji) sono i praticanti dell'onmyōdō, specialista nelle arti magiche e nella divinazione.
Al tempo della massima diffusione del taoismo nel periodo Heian (794–1185) (periodo in cui vi era un assoluto monopolio di tale religione), gli Onmyōji erano i più alti dignitari di corte, venivano consultati prima dell'edificazione di importanti città per ottenere i massimi auspici possibili dalla loro ubicazione.
Si dice che possano evocare e controllare degli spiriti chiamati shikigami (o shikijin).
Fra i più celebri si ricorda Abe no Seimei (921–1005) a cui venne eretto un tempio dopo la sua morte.

Fonte: Wiki.

venerdì 26 agosto 2011

Kappa nella cultura

Inglobati come sono nel folklore popolare i kappa sono figure diffuse anche nei manga, nei giocattoli per bambini e nella letteratura. I racconti moderni li ritraggono molto meno mostruosi, mostrandoli più come personaggi carini da cartone animato.
Un'eccezione letteraria notevole è il racconto breve Kappa di Ryūnosuke Akutagawa, per quanto in quest'opera il kappa appaia più che altro come figura grottesca e con intenti satirici riguardo alla società moderna.
Sono apparsi in forma più sinistra come l'organizzazione di INKlings nel romanzo di Haruki Murakami La fine del mondo e il paese delle meraviglie.
I kappa sono stati l'ispirazione per le creature del film The Ring.
I kappa compaiono nella serie di libri di Harry Potter, ideata dalla scrittrice J. K. Rowling. In particolare, costituiscono argomento di studio del corso di "Difesa contro le Arti Oscure" nel terzo e nel quarto volume della serie, e trovano posto tra le creature magiche descritte nel libro di testo Gli animali fantastici: dove trovarli.
Nel film Tartarughe Ninja III, quando il guerriero giapponese proveniente dall'antico Giappone arriva nel presente al posto di April O'Neil, si spaventa scambiando Michelangelo per un kappa.
Uno dei Pokémon, il Lombre, è senza dubbio derivato dai kappa; mentre nella descrizione di un altro Pokémon, Golduck, si legge testualmente: "Questo Pokémon che abita nelle paludi non di rado è confuso con il mostro giapponese kappa".

Il personaggio Jaken dell'anime InuYasha è un kappa.


Memorabile l'apparizione dei kappa in una puntata dell'anime (e del manga) di Lamù (Urusei Yatsura), in cui Ataru Moroboshi trova un kappa "secco" tra i rami di un albero.
Nell'anime Dororon Enma-kun, e nel successivo remake Demon Prince Enma (inediti in Italia), Kapaeru è un kappa cacciatore di demoni, che agisce in compagnia dei protagonisti Enma e Yuki-hime.
Un kappa appare in una delle missioni del manga Gantz, segnalato come obiettivo da catturare. Non presenta caratteristiche rilevanti e afferma unicamente di essere deformato da qualche parte.
Nell'episodio 21 dell'anime Gintama, compare un kappa rappresentato come una tartaruga antropomorfa dotata di becco e con un piatto in testa. Il piatto contiene un liquido, simile ad acqua, che è la fonte di energia del kappa: se viene svuotato egli perde le forze.
Nel manga Nurarihyon no Mago uno dei personaggi è chiamato Kappa, e mantiene molte delle caratteristiche attribuite a queste creature, come le mani e i piedi palmati e una specie di guscio sulla testa.
Un kappa compare in un episodio dell'anime Sampei, tramite citazione e raffigurazione.
Nel film di animazione Un'estate con Coo il protagonista è un kappa che viene riportato in vita dopo 200 anni da un bambino nella moderna Tokyo.


Nella serie Touhou Project compare una timida kappa chiamata Nitori Kawashiro. Nei fanworks collegati alla serie viene mostrato che i kappa dispongono di una tecnologia molto avanzata.
 

Fonte: Wiki e web.

giovedì 25 agosto 2011

Kappa

Il kappa, chiamato anche Kawatarō ("ragazzo-di-fiume") o Kawako ("figlio-del-fiume"), è una creatura leggendaria giapponese, uno yokai, uno spirito del folklore e della mitologia giapponese che abita in laghi, fiumi e stagni.
Nello Shintoismo sono considerati uno dei tanti suijin ("dei-acquatici"). Una variante di kappa coperti di
peli sono chiamati Hyōsube.
I Kappa sono simili ai Nix o Nixie inglesi, ai Näkki della Scandinavia, ai Neck della Germania ed ai Kelpie scozzesi, e sono stati usati in tutte queste culture per spaventare i bambini nei confronti del pericolo di ciò che si nasconde nelle acque.
La maggior parte delle descrizioni dipinge i kappa come umanoidi delle dimensioni di bambini, sebbene i loro corpi siano più simili a quelli delle scimmie o a quelli delle rane piuttosto che a quelli degli esseri umani. Alcune descrizioni dicono che le loro facce sono gorillesche, mentre secondo altre hanno un viso con un becco simile a quello delle tartarughe. Generalmente i disegni mostrano i kappa con spessi gusci simili a quelli di una tartaruga e con la pelle scagliosa in colori nell'intervallo che va dal verde, al giallo o al blu.
I kappa abitano i laghi e i fiumi del Giappone e sono dotati di diverse caratteristiche che li aiutano in questo ambiente, come mani e piedi palmati. Si dice alle volte che puzzino di pesce e certamente sanno nuotare bene. L'espressione kappa no kawa nagare ("un kappa che si fa portar via dalla corrente") significa che anche gli esperti possono sbagliare.
La caratteristica principale del kappa è comunque la depressione piena d'acqua in cima alla testa. Questa cavità è circondata da ispidi e corti capelli, che hanno dato nome al taglio di capelli okappa atama. Il kappa deriva la sua forza incredibile da questo foro pieno d'acqua e chiunque ne affronti uno può sfruttare questa debolezza semplicemente facendo in modo che il kappa rovesci l'acqua dalla sua testa. Un metodo sicuro è di appellarsi al profondo senso di etichetta del kappa, dato che questo non può non ricambiare un profondo inchino, anche se questo significa rovesciare l'acqua dalla testa. Una volta vuotata la riserva d'acqua il kappa è seriamente indebolito e può anche morire. Altri racconti dicono che quest'acqua permette ai kappa di muoversi sulla terra ed una volta svuotata la creatura è immobilizzata. I bambini testardi sono incoraggiati a seguire il costume di inchinarsi con la scusa che è una difesa contro i kappa.
I kappa sono combinaguai maliziosi. I loro scherzi vanno dal relativamente innocente, come rumorose flatulenze o guardare sotto al kimono delle donne, fino ai più problematici, come rubare il raccolto, rapire bambini.
Infatti i piccoli bambini sono uno dei pasti preferiti dei kappa, sebbene siano anche disponibili a mangiare adulti. Si nutrono delle loro vittime inermi, succhiando fuori le interiora (o il sangue, il fegato o la "forza vitale", secondo la leggenda) attraverso l'ano ,succhiando il loro shirikodama, una mitica sfera che vi si troverebbe. Avvisi che mettono in guardia dai kappa appaiono sui corsi d'acqua di alcune città e villaggi giapponesi. Si dice che i kappa abbiano anche paura del fuoco e alcuni villaggi tengono festival di fuochi d'artificio ogni anno per spaventarli e tenerli lontani.
Un tempo si credeva che se si affrontava un kappa, c'era solo un modo per uscirne vivi: i kappa, per qualche ragione, sono ossessionate dall'etichetta, così se la persona avesse fatto un profondo inchino al kappa, l'avrebbe sicuramente ricambiato con un altro inchino, facendo versare l'acqua contenuta nella boccia a forma di foglia di ninfea sopra la loro testa. Se una persona fosse riuscita a ingannare il kappa e farlo inchinare, l'acqua tenuta nella boccia a forma di foglia di ninfea sarebbe fuoriuscita e il kappa sarebbe stato reso incapace di lasciare la posizione dell'inchino, fino a quando la boccia-foglia di ninfea fosse stata riempita di nuovo con l'acqua del fiume o dello stagno dove viveva. Se fosse stato un umano a riempirla, si credeva che il kappa l'avrebbe servito per l'eternità.
I kappa non sono comunque interamente antagonisti degli esseri umani. Sono curiosi della civilizzazione umana e possono comprendere e parlare il giapponese. Perciò a volte sfidano chi incontrano a batterli in test di abilità, come lo shogi (un gioco simile agli scacchi popolare in Giappone) o un incontro di sumo.] Possono anche stringere amicizia con esseri umani in cambio di doni e offerte, specialmente cetrioli, il solo cibo che i kappa apprezzino più dei bambini umani. Alle volte i genitori giapponesi scrivono i nomi dei loro bambini (o i loro propri nomi) su cetrioli e li lanciano nelle acque infestate di kappa per placare la creatura e permettere alla famiglia di fare il bagno. Esiste anche un tipo di sushi ripieno di cetriolo, chiamato appunto kappamaki.
Una volta stretta amicizia con il kappa, si dice che questo esegua diversi tipi di compiti per gli esseri umani, come aiutare i contadini ad irrigare i campi. Sono anche gran conoscitori della medicina e una leggenda afferma che hanno insegnato agli esseri umani come guarire le fratture. A causa di questi aspetti benevoli alcuni santuari shintoisti, detti jinja, sono dedicati all'adorazione di un kappa particolarmente benevolo.
I kappa possono anche essere truffati nell'aiutare le persone. Il loro profondo senso del decoro non permette loro, per esempio, di rompere un giuramento, quindi se si riesce ad obbligare un kappa a promettere aiuto, il kappa non ha alcuna scelta che di mantenere la parola data.
Ci sono diverse teorie sull'origine dei kappa nel mito giapponese. Una possibilità è che si siano sviluppati dall'antica pratica giapponese di far galleggiare i feti di bambini nati morti lungo i fiumi e torrenti.
Il nome "kappa" potrebbe essere derivato dal termine per la "veste" usata dai monaci portoghesi arrivati in Giappone nel XVI secolo; questi chiamavano il loro abito capa e l'aspetto dei monaci non è dissimile da quello di questi spiriti giapponesi, dal mantello sciolto, simile ad un guscio, alla tonsura dei capelli.
L'etimologia più antica del nome giapponese tuttavia fa pensare che in origine il termine significasse "creature o uomini dei corsi d'acqua" (è attestata infatti anche la versione kawappa).

Fonte: Wiki.

mercoledì 24 agosto 2011

La leggenda ricorrente del re scimmia

Il personaggio di Son Goku, compare frequentemente, lo ritroviamo in diverse leggende, eccone alcuni esempi negli anime e nei manga.

Monkey (Gokū no Daibōken), letteralmente "Le grandi avventure di Gokū", è un anime giapponese di 39 episodi, scritto e prodotto nel 1967 da Osamu Tezuka con la sua casa di produzione indipendente, la Mushi Production, distribuito in Italia negli anni ottanta. La trama riprende in chiave parodistica e comica il famoso romanzo cinese Viaggio in Occidente (Saiyuki), tema già affrontato dall'autore nel 1952 con il manga Boku no Son Gokū ("Il mio Son Gokū"), e animato poi dalla Tōei Dōga in un film intitolato Saiyuki, in Italia rinominato Le tredici fatiche di Ercolino (1960).
In Giappone, dove il romanzo è studiato nelle scuole, i bambini spesso si lamentano che il personaggio di Son Gokū (Gokò), inizialmente forte e arrogante, diventa in seguito come uno studente volenteroso, e Tezuka per primo cercò di superare il problema, dando al personaggio i tratti di un ragazzino moderno, maleducato e dispettoso. Sebbene il cartone animato fosse destinato a un pubblico di bambini, il linguaggio fu giudicato troppo volgare dalle associazioni di genitori e insegnanti, infatti viene rappresentato il nome di satana e fu conseguentemente ritirato dopo qualche anno dalle emittenti TV [1]; questo ne ha probabilmente anche limitato l'esportazione, già difficile a causa del fatto che il romanzo all'epoca era pressoché sconosciuto al grande pubblico in Occidente.
Gokò è uno scimmiotto super forte che deve accompagnare un monaco buddista a recuperare alcuni testi sacri in India, accompagnato da un folletto di palude e da uno spirito suino, così Gokò, il reverendo Sanzo, il maiale Hakkai ed il kappa Sagoyo (qui trasformato in un avido cercatore di tesori munito di pala), nonché la fatina rosa Tatsuko, tutti pronti ad affrontare mostri e pericoli per portare a termine la loro difficile missione. 
Gokò/Goku - La scimmia protagonista della storia, forte e dispettosa, ma isterica ed egoista: si veste con un kimono rosso e va sempre in giro con la sua amata lancia magica, per di più, ha anche una nuvola d'oro che lo fa volare. Si comporta come un maschiaccio ma è un po' infantile, e quando si mette in testa qualcosa, difficilmente molla. 
Tansuko/Tatsuko - L'unico personaggio assente dal romanzo a cui il cartone animato è ispirato, si tratta di una fatina dall'aspetto di una ragazzina dai capelli rosa, è capace di trasformarsi in qualunque cosa e sembra che abbia un nonsoché per Gokò... 
Reverendo/Sanso - Il monaco che guida il gruppo. Si veste con abiti d'oro e nonostante non sia completamente un reverendo (ma un prete) è capace di tradurre antiche formule e manoscritti. Siccome è molto debole e imbranato, è considerato una "femminuccia". 
Hakkai - Un altro membro del gruppo, dall'aspetto di maiale. È molto goloso e spesso va in giro con un rastrello. 
Sagoyo/Sagojo - (parodia del demone acquatico Sha Wujing) L'ultimo ad aggregarsi al gruppo, è un vecchio e scorbutico cercatore di tesori che scava ovunque con la sua pala (donatagli da Gokò). Fa di tutto pur di avere oggetti preziosi.


Saiyuki (Gensōmaden Saiyūki), conosciuto anche come Saiyūki, è un manga molto popolare di Kazuya Minekura da cui è stato tratto l'anime Saiyuki - La leggenda del demone dell'illusione.
Questo manga è una interpretazione della famosa leggenda dello scimmiotto di pietra Sun Wukong, narrata nel libro Viaggio in Occidente (in giapponese Saiyuki); in questo fumetto vi sono infatti un monaco Sanzo, che equivarebbe appunto al monaco della storia iniziale; Son Goku, la scimmia protagonista della storia; Sha Gojyo e Cho Hakkai, coloro che accompagnano i due nel loro viaggio e che prendono i ruoli dei due accompagnatori della leggenda originaria (un demone fluviale, dai giapponesi recepito come affine al kappa, ed un maiale). Uno dei kanji che la Minekura usa per scrivere Saiyuki è diverso da quello usato per Viaggio in Occidente), e, con un gioco di parole, potrebbe essere tradotto "La leggenda del demone dell'illusione" oppure "La scimmia è intelligente", o ancora "Cronache del Viaggio per Eccellenza".


La storia ruota tutta attorno al passato dei quattro personaggi, alla ricerca dei sutra (dei testi sacri che conservano l'origine del mondo) ed a questo viaggio verso ovest per fermare la resurrezione del potente re dei demoni sigillato 500 anni prima dagli dei: Gyumaoh.
È proprio per impedire questo evento che i quattro partono alla volta del castello di Houtou nel Tenjiku, che si trova ad ovest; in tutto il territorio però i demoni sono impazziti (un misterioso effetto collaterale causato dagli esperimenti di resurrezione tentati dai seguaci di Gyumaoh), diventando degli esseri sanguinari e senza scrupoli; così Sanzo, Hakkai, Goku e Gojyo cominciano a scontrarsi a poco a poco con demoni molto potenti tra cui spicca il principe Kougaiji, uno dei nemici principali dei quattro che è al servizio di Gyokumen koushu, colei che vuole fare resuscitare Gyumaoh. Kougaiji si sposta molto più velocemente dei protagonisti grazie all'utilizzo di grandi draghi volanti ed è affiancato da tre fedeli demoni: la sua esuberante sorella minore Lirin, una bella alchimista, Yaone, ed il fratello di Gojyo, Dokugakuji (a suo tempo Sha Jien).
L'anime segue fedelmente il manga fino al 7 volume, poi prende una piega diversa. Nel manga,infatti, i saiyuki boys si scontrano prima con Ginkaku e Kinkaku (due gemelli distinguibili solo per il colore dei capelli, come suggeriscono i loro nomi. Infatti Kin vuol dire Oro, mentre Gin vuol dire argento), e poi con Kamisama, subordinato di Nii-jieni (il dottore direttamente impegnato nella resurrezione di Gyoumaoh).
Nella serie animata, invece, fa la sua comparsa il principe Dio della guerra, Homura Taishi ('Fratello' di Nataku Taishi, il Dio che aveva sigillato Gyoumaoh), che cerca di servirsi di Son Goku per creare il Nuovo Mondo, privo di tabù.

Genjo Sanzo Hoshi


  • Reincarnazione di: Konzen Douji;
  • Età: 23 anni;
  • Altezza: 177 cm;
  • Peso: 64 kg;
  • Compleanno: 29 novembre;
  • Segno zodiacale: sagittario;
  • Gruppo sanguigno: A;
  • Armi: Shoreijyu (pistola con proiettili ricavati da un cristallo molto particolare in grado di uccidere i demoni), sutra del cielo demoniaco, harisen (ventaglio usato per picchiare Goku);
  • Occhi: viola;
  • Capelli: biondi;
  • Frasi predilette: Uruse/Urusai! (Silenzio!); Baka! (Stupido!); Omae wo Korosu! (Ti uccido!).
È un monaco tutt'altro che tradizionale, infatti ha molti vizi come il fumo e l'alcool, un carattere irascibile e superbo e soprattutto una strana inclinazione ad agitare a destra e manca la pistola, minacciando tutto e tutti. Reduce da un passato burrascoso (è stato abbandonato nelle acque di un fiume appena nato, e sarebbe sicuramente morto se non fosse stato trovato da Koumyou Sanzo, il precedente custode di due dei sutra dell'origine celeste dell'universo), Sanzo è diventato un uomo disilluso, freddo e cinico, un uomo che dà poca importanza alla sua carica e ha adottato il principio "Non avere nulla" (dandogli però un'interpretazione tutta sua). È il custode di due sutra: Il Seiten e il Maiten Kyomon. Nella vita nel Tenkai, il Regno celeste, era Konzen Douji, un nobiluomo, nipote di Kanzeon Bosatsu. Amico di Tempou e Kenren (di quest'ultimo un po' meno...), era il custode di Goku, ed era stato proprio lui a dargli il nome. "Genjo" è la traduzione in giapponese di Xuanzang; "Sanzo" la traduzione in giapponese di Sanzang; "Hōshi" (letteralmente "maestro del Dharma") è il nome con cui si indicava un monaco buddhista itinerante.

Son Goku

  • Reincarnazione di: Seiten Taisei (Il grande santo dai poteri uguali al cielo);
  • Età: 18 anni;
  • Altezza: 162 cm;
  • Peso:51 kg;
  • Compleanno:05 aprile;
  • Segno Zodiacale: ariete;
  • Gruppo sanguigno: 0;
  • Armi: Nyoibo (bastone allungabile che può essere diviso nei Sansetsukon);
  • Occhi: dorati (tipici degli esseri eretici, come il dio della guerra che compare solo nell'anime);
  • Capelli: castani;
  • Frasi predilette: Ero kappa (pervertito di un kappa[riferito a Sha Gojyo,altro protagonista]), Harahetta (ho fame!).
Un ragazzino allegro e vivace, che lotta con tutto sé stesso per proteggere le persone a lui care, è sempre affamato, ingenuo e ha molta fiducia nelle persone nonostante la sua storia sia stata travagliata. Infatti è stato rinchiuso nel monte Gogyo in seguito ad una colpa della quale si era macchiato 500 anni prima, e vi era rimasto fino a quando Genjo Sanzo non lo aveva liberato. Son Goku è un essere eretico, in quanto ha avuto origine dalla terra stessa, per cui non può essere considerato né un'umano, né un demone e né tanto meno una divinità, ma in sè custodisce poteri demoniaci e divini tanto da esser pari in potere alle stesse divinità che lo temono. Alcuni umani che conoscono la sua vera identità lo hanno definito "Immortale" dato che è in grado di trarre forza e governare sia il cielo che la terra nella forma del Seiten Taisei. Combatte a mani nude o con il suo bastone allungabile, Nyoibo, ha sulla testa una sorta di "corona" che in realtà è un dispositivo di controllo che serve a limitare i suoi enormi poteri; in caso se lo tolga, diventa il Seiten Taisei (il Grande Santo uguale al cielo), e il suo aspetto diventa leggermente più animalesco, la sua forza aumenta e perde il controllo di sé stesso, arrivando a colpire anche i suoi compagni di viaggio. Nel Tenkai era stato affidato a Konzen da Kanzeon Bosatsu, e strinse una forte amicizia anche con Tenpou e Kenren, anche se il suo sole e il suo punto di riferimento rimarrà sempre Konzen. In particolare, fa la conoscenza anche di Nataku Taishi, fratello di Homura Taishi, e spesso, durante la trasformazione in Seiten Taisei, ha dei flash-back nei quali rievoca i volti dei suoi vecchi amici.

Sha Gojyo (Sha Wujing)

  • Reincarnazione di: Kenren Taishou, Generale di Divisione dell'Esercito Celeste dell'Ovest;

  • Età: 22 anni;
  • Altezza: 184 cm;
  • Peso: 75 kg;
  • Compleanno: 9 novembre;
  • Segno Zodiacale: Scorpione;
  • Gruppo sanguigno: B;
  • Armi: Shakujyo;
  • Occhi: rossi;
  • Capelli: rossi;
  • Frasi predilette: Baka Saru (stupida scimmia [Riferito a Son Goku]).
È un mezzo-demone kappa sempre disprezzato da tutti per questa sua natura (riconoscibile dalla concomitanza di occhi e capelli rossi), è un libertino che tende ad andare dietro a qualsiasi donna (in esse ricerca l'affetto che non ha mai avuto dalla madre), nonostante tutto però è molto affidabile e responsabile. Ha un fratello, Sha Jien (ora Dokugakuji,sottoposto del principe Kougaiji) che a differenza di lui è un demone completo. Infatti Gojyo è nato da una relazione extraconiugale, poiché suo padre si era innamorato di un essere umano. Per poter celebrare il loro amore, i genitori di Gojyo si erano tolti la vita e la sua matrigna, madre di Jien, aveva cercato di prendersi cura del suo figliastro; ma a lungo andare aveva perso la ragione e aveva cercato di uccidere Gojyo con un'ascia,ma era intervenuto Jien che aveva ucciso la madre, e poi era scomparso a sua volta, accusato di omicidio. Gojyo è un combattente eccellente, soprattutto grazie alla sua forma fisica invidiabile, in particolare negli scontri corpo a corpo.Altre volte usa la Shakujo, un'alabarda di ferro con una lama a mezzaluna, collegata al resto della struttura per mezzo di una catena. Nella sua vita precedente, nel Tenkai, era Kenren Taishou, capitano di un corpo d'armata delle guardie armate della divisione Ovest e grande amico e sottoposto di Tempou, oltre che del piccolo Goku. Ha invece un pessimo rapporto con Konzen, anche se non manca mai di aiutarlo se in difficoltà.

Cho Hakkai

  • Reincarnazione di: Tenpou Gensui, Generale di Corpo d'Armata dell'Esercito Celeste dell'Ovest;


  • Età: 22 anni;
  • Altezza: 181 cm;
  • Peso: 69 kg;
  • Compleanno: 21 settembre;
  • Segno Zodiacale: Vergine;
  • Gruppo sanguigno: AB;
  • Armi: Ki e arti marziali;
  • Occhi: verdi;
  • Capelli: castani;
  • Frasi predilette: Yare yare desu ne (oh,caro!);
Un uomo (precedentemente conosciuto come Cho Gono) diventato demone dopo aver ucciso 1000 demoni (una tribù di demoni corvo e una di demoni Millepiedi), per poter salvare la donna che amava, Kanan, che in realtà era sua sorella gemella separata alla nascita. Infatti Gonou era vissuto in orfanotrofio fino alla maggiore età, quando aveva preso la licenza di maestro e aveva cominciato ad insegnare alla scuola elementare del suo villaggio, e lì aveva conosciuto Kanan. Scoprono quasi subito di essere fratello e sorella, ma decidono comunque di vivere insieme. Kanan, però,aveva attirato gli sguardi di Hyakuganmaoh, un demone millepiedi sempre alla ricerca di donne con cui divertirsi, che l'aveva rapita e messa incinta. Inutili gli sforzi di Gonou per salvarla: infatti la donna, non potendo accettare di avere dentro di sè il figlio di un demone, si era tolta la vita. Hakkai (che ha cambiato nome dopo essere stato assolto dalle accuse per omicidio) è un uomo sempre sorridente e gentile. Ha tre orecchini su un orecchio che fungono da dispositivo di controllo, e senza di essi, diventa un demone completo. Nella sua vita precedente era Tenpou Gensui, generale delle armate della divisione ovest e accanito fumatore, amico di Kenren e Konzen, e successivamente anche del piccolo Goku.

Hakuryu


I quattro viaggiano in compagnia di un piccolo draghetto bianco, Hakuryu (haku = bianco, ryu = drago), Jeep nella versione cartacea, che altri non è che la reincarnazione di Goujin, Re dragone dei regni marini dell'ovest. È capace di trasformarsi in una jeep verde e trasportare tutti e quattro i protagonisti. È il fedele "animale domestico" di Hakkai e risponde principalmente a lui (solitamente si posa sulla sua spalla e lui sembra riuscire a capire gli squittii ed i versi del draghetto), anche se in varie occasioni aiuta anche gli altri protagonisti di sua iniziativa. È in grado di sputare fuoco, che può utilizzare per rafforzare le barriere di Ki di Hakkai.


Credo sia superfluo citare il ben noto Son Goku di Dragon Ball.


Science Fiction Saiyuki Starzinger è un anime di 73 episodi (64 nella prima serie più 9 nella seconda) basato su un manga di Reiji Matsumoto e prodotto dalla Toei Animation. È stato trasmesso in Giappone tra il 1978 ed il 1979. È una trasposizione in chiave fantascientifica del classico della letteratura cinese Viaggio in Occidente. La sigla italiana è cantata dai Superobots.
La storia ruota attorno alla Principessa della Luna, Aurora, e i suoi tre compagni cyborg: Coog, Hakka e Gorgo, che devono raggiungere il Grande Pianeta e ripristinare l'Energia Galattica, che si sta affievolendo a causa dell'anzianità della sua regina: in conseguenza di questo tutte le forme di vita di tutti i pianeti stanno diventando aggressive e sanguinarie, e la civiltà sta regredendo.
Il personaggio di spicco è:

Jan Coog
Originariamente un essere umano, ha trasformato il suo corpo in un cyborg per proteggere l'umanità, ma da allora gli sono sempre stati assegnati incarichi di poco conto e ha perciò sviluppato un'attitudine ribelle: per questo è stato imprigionato in una sfera di cristallo dalla dottoressa Kitty fino all'inizio dell'avventura, quando lo libera per servire la principessa Aurora. Viene indotto con un trucco a indossare una coroncina d'oro, che si rivela essere uno strumento attraverso il quale la principessa può controllarlo. La sua arma è un bastone allungabile, il Giavellotto Astrale, mentre il suo mezzo di trasporto è lo Star Crow. Nel romanzo è Sun Wukong, infatti il suo nome, traslitterato in altro modo, è Jan Kugo, che è l'anagramma di Goku, il nome giapponese del personaggio (Son Goku).



Merita una mezione il film, The Monkey King.


 Seppur con caratteristiche e usi diversi gli elemeti comuni e gli oggetti del personaggio sono molti, consideriamo ad esempio, l'incredibile forza, il diadema e l'immancabile bastone capace di allungarsi.

Fonte: Wiki e web.








martedì 23 agosto 2011

Tanuki nella cultura

Nel manga/anime Shaman King, un tanuki di nome Ponchi è lo spettro di Tamao Tamamura.

Nel manga/anime Inuyasha, un tanuki di nome Hachiemon talvolta aiuta i protagonisti trasportandoli: poggiando una foglia sulla testa diventa una creatura gigante di forma vagamente oblunga.

Nel manga/anime Naruto, il tanuki Reliquia della sabbia è uno dei cercoteri (i nove demoni potentissimi contesi dai villaggi ninja), precisamente quello con una coda, imprigionato in Gaara.

Nel film di animazione Heisei tanuki gassen Ponpoko, i protagonisti sono dei tanuki che cercano di salvare la loro montagna dagli uomini che vogliono costruirvi una zona residenziale.

Nell'anime Dragon Ball GT, Goku ad un certo punto della trama cade nello spazio gioco di Suguru, uno strano essere mutaforma le cui vere sembianze sono molto simili a quelle di un Tanuki.

Nell'anime Lulù l'angelo tra i fiori, l'antagonista Yaboki è un tanuki: è di aspetto simile a un procione ed è in grado di cambiare forma.

Nel manga/anime Ga-Rei, uno dei protagonisti diventa, contro la sua volontà, padrone di un tanuki capace di trasformarsi in un muro.

Nel manga/anime One Piece, uno dei protagonisti, TonyTony Chopper, viene spesso scambiato per un tanuki.

Nel manga/anime Ranma, il tanuki compare spesso come oggetto da scagliare all'avversario durante una lotta. In particolare, nella puntata dal titolo italiano "Kuno o Marianne?", uno dei nemici di Ranma Saotome rimarrà bloccato in una statua di tanuki, restando al suo interno per l'intero episodio.

Fonte: Wiki.

Tanuki

Il Tanuki è una creatura del folklore giapponese, basata sul cane procione (Nyctereutes procyonoides); quest'ultimo è un animale originario dell'Estremo Oriente, simile al tasso e al procione, ma a differenza di questi appartiene alla famiglia dei canidi. I cani procione che si trovano in Giappone sono divisi in due sottospecie, N. p. viverrinus, il cane procione giapponese più comune, e N. p. albus, la varietà bianca che vive in Hokkaidō.
L'attuale divertente immagine del tanuki si è probabilmente sviluppata durante l'epoca Kamakura.
I tanuki sono inoltre generalmente rappresentati con una pancia molto grande; talvolta usano anche questa come tamburo, specialmente nei disegni dei bambini.
Durante le epoche Kamakura e Muromachi, alcune storie cominciarono a parlare di tanuki più sinistri; la storia di Kachi-kachi Yama, compresa nell'Otogizōshi, parla di un tanuki che picchia a morte una vecchia e la serve a tavola al marito inconsapevole come "zuppa di vecchia". Altre storie parlano di tanuki come indifesi e produttivi membri della società. Diversi templi hanno storie di sacerdoti che erano in realtà tanuki travestiti. Secondo alcune tradizioni i tanuki sono incarnazioni degli oggetti usati per più di cento anni.
 Una popolare storia conosciuta come Bunbuku chagama narra invece di un tanuki che inganna un monaco trasformandosi in una teiera. Un'altra parla di un tanuki che inganna un cacciatore camuffando le sue braccia come ramoscelli, finché non allarga entrambe le braccia insieme e cade dall'albero. Si dice che i tanuki ingannino i mercanti con foglie camuffate da banconote. Alcune storie raccontano che le foglie facciano parte integrante del modo in cui il tanuki cambia aspetto.
In metallurgia, spesso si usava pelle di tanuki per raffinare l'oro. Di conseguenza, si cominciò ad associare i tanuki alle miniere e alla lavorazione dei metalli, e li si vendeva come decorazione e portafortuna per la prosperità.
Oggi statue di tanuki si possono trovare davanti a molti templi e ristoranti giapponesi; in queste spesso indossa un grande cappello a forma di cono e porta una bottiglia di sake. Le statue di tanuki hanno sempre una grande pancia, mentre sculture moderne possono anche non avere i grandi testicoli: questi attributi esagerati sono simbolo di abbondanza e prosperità.

Fonte: Wiki.

sabato 20 agosto 2011

Andy Scott

Fra le opere di Andy Scott, c'è una rappresentazione interessante.

http://www.clacksweb.org.uk/culture/foxboy/

Fonte: web.


venerdì 19 agosto 2011

Curiosità

La pioggia a ciel sereno è chiamata in Giappone Kitsune no Yomeiri o "Il Matrimonio della Volpe" in riferimento ad una favola che descrive un matrimonio tra queste creature in simili condizioni climatiche. L'evento è considerato buon segno, ma secondo la tradizione se un malcapitato dovesse assistere alla cerimonia le volpi lo perseguiterebbero tutta la vita per avere vendetta. Questa leggenda è descritta anche in un episodio del film Sogni di Akira Kurosawa
C'è un piatto della cucina giapponese chiamato Kitsune Udon: una varietà di zuppa udon così chiamata perché si dice che le volpi siano particolarmente ghiotte del tofu fritto (aburaage o usuage) in essa contenuto.

Kitsune nei manga e negli anime

Il Digimon Renamon.

I Pokémon, Vulpix e Ninetales.

Shippo, personaggio di Inuyasha, è un cucciolo di Kitsune; è capace di trasformarsi attraverso una foglia sulla testa, in uno stile più simile a un Tanuki.


Lo spirito di una Kyubi no Kitsune, chiamata Kyubi no Yoko (in Italia "Volpe a Nove Code" o "Demone Volpe"), fu imprigionata nel corpo di Naruto Uzumaki, protagonista di Naruto. Naruto ha baffi simili a quelli di una volpe sulla faccia e una personalità scherzosa, tratti che ricordano un Kitsunetsuki.


Shuichi Minamino - alter ego umano di Kurama, tra i protagonisti di Yu Degli Spettri - è la reincarnazione di una Kyubi no Kitsune di nome Yoko Kurama.


La storia della volpe a nove code è raccontata da Shuri Kurogane in Ran, la reinterpretazione epica di Re Lear da parte di Akira Kurosawa.

In Lamù compare una piccola Kitsune col tascapane che, innamorata di Shinobu, la segue trasformadosi di volta in volta per aiutarla. La volpe tuttavia è ancora molto inesperta e quando prende le sembianze degli altri non riesce né a nascondere le sua coda, né ad emularne le dimensioni, diventando così una grottesca caricatura degli altri personaggi.

Nel manga di Akira Toriyama, Kajika, il protagonista è affiancato da uno spirito volpe che lui stesso ha ucciso per sbaglio e da cui è stato maledetto. Da qui il ragazzo deve, per riuscire a liberarsi della maledizione che lo ha trasformato in un Han'yo, un ibrido mezzo uomo e mezzo volpe, salvare 1000 esseri viventi.

 
Fonte: Wiki e web.

Un po' di mitologia sui Kitsune

Nella mitologia giapponese, si credeva che questi animali possedessero una grande intelligenza, vivessero a lungo ed avessero poteri magici. Il principale tra questi ultimi è l'abilità di cambiare aspetto ed assumere sembianze umane; si dice che una volpe impari a far questo quando raggiunge una determinata età.
Altri poteri che sono spesso attribuiti alla Kitsune includono la possessione, la capacità di appiccare il fuoco con la/e coda/e o di sputare fuoco, il potere di entrare nei sogni e l'abilità di creare illusioni così complesse da essere quasi indistinguibili dalla realtà. Alcuni racconti vanno oltre, parlando di Kitsune con la capacità di piegare il tempo e lo spazio, di far impazzire, o di assumere altre forme oltre a quelle umane, come un albero altissimo o una seconda luna in cielo.
A volte le Kitsune sono raffigurate a guardia di una sfera, rotonda o a forma di pera (Hoshi no Tama o Sfera della Stella). Si dice che chi si impossessa della sfera possa obbligare la Kitsune ad aiutarlo; una spiegazione è che la Kitsune "deposita" parte della sua magia in questa palla quando cambia forma. Le Kitsune devono mantenere le promesse o il loro rango e il loro potere diminuisce.
La Kitsune mitologica è uno yokai. In questo contesto, la parola Kitsune è generalmente tradotta come Demone Volpe; però questo non dovrebbe indurre a pensare che le Kitsune non corrispondano alle comuni volpi. La parola "Demone" in questo caso traduce il più generale concetto di Spirito nel significato più comune in Estremo Oriente, come anima che ha raggiunto uno stato di conoscenza e illuminazione tale da trascendere le leggi del mondo materiale. Ogni volpe che viva sufficientemente a lungo, perciò, può diventare uno spirito. Ci sono due tipi di volpi: le Zenko, o Volpi Celestiali -- quelle associate a Inari, rappresentate come benevole -- e le Yako, o Volpi Selvagge (letteralmente "Volpi di Campo"), spesso, ma non sempre, considerate maliziose.
L'attributo fisico che più rappresenta una Kitsune è la coda, e ne può possedere fino a nove; generalmente, un maggior numero di code rappresenta una Kitsune più vecchia e più potente, e secondo alcune fonti la prima coda addizionale cresce solo dopo migliaia di anni, poi le altre in base all'età e alla saggezza acquisita. In ogni caso, le Kitsune che compaiono nei racconti popolari hanno sempre una, cinque, o nove code, forse a causa di qualche numerologia.

Quando una Kitsune arriva ad avere nove code, il suo pelo diventa argentato, bianco o dorato, e prendono il nome di Kyubi no Kitsune (Volpe a Nove Code) guadagnando il potere della visione infinita. Allo stesso modo, in Corea, una volpe che viva mille anni diventa una Kumiho, ma la Kumiho è rappresentata come malvagia, a differenza della Kyubi, che può essere anche benevola. Anche nella mitologia cinese c'è un demone volpe simile alla Kitsune, incluse le nove code: ci sono anzi indizi che le Kitsune siano un mito importato dalla Cina, ma c'è un amplissimo supporto, basato su testi e rappresentazioni artistiche molto antiche, alla tesi che il mito sia originario del Giappone e risalente forse al V secolo a.C.

In alcuni racconti, le Kitsune hanno difficoltà a nascondere la coda nelle loro trasformazioni - generalmente le Kitsune in queste storie ne hanno solo una, il che potrebbe indicare che l'inesperienza ne sia la causa - e il protagonista attento riesce a smascherarla quando questa beve o si distrae.

Le volpi hanno paura dei cani, usati per cacciarle, così le Kitsune li temono e odiano, al punto da tornare al loro aspetto e darsi alla fuga non appena ne vedono uno.

Fonte: Wiki.